Sono 25 i soldati che da ieri fanno da guardia ai potenziali obiettivi sensibili della città. Su tutti il porto e, appunto, il Duomo. Occhi aperti anche tra le vie del centro storico, centri commerciali, aeroporto, capolinea bus e alla stazione fs. Ancona sorvegliata speciale, ma senza paura. L'esercito è sceso in strada al fianco della squadra volanti, del reparto di prevenzione crimine Umbria-Marche, oltre alle unità cinofile e alla polstrada. La sola questura ha messo in campo circa sessanta agenti. Mobilitata anche la Guardia di Finanza che ieri ha sorvegliato l'ingresso del porto con militari armati. Controllate 135 persone, tra cui l'identità di 73 extracomunitari.
Prosegue intanto l'indagine della procura sul presunto reclutamento del 23enne jihadista genovese Giuliano Delnevo, morto nel 2013 in Siria a fianco dei ribelli anti Assad. «E' stato arruolato ad Ancona» dice la procura di Genova, che ha trasmesso il fascicolo ad Ancona. La famiglia del giovane, da parte sua, nega la trasferta marchigiana di Giuliano: «Non ci siamo, non ci siamo proprio». Secondo quanto risulta dalle indagini però, il 23enne sarebbe arrivato ad Ancona nel 2008 per approfondire gli studi islamici. Qui avrebbe avuto contatti con un reclutatore jihadista. I magistrati stanno approfondendo questa ricostruzione. «Lasciamoli lavorare» aggiungono i familiari del Delnevo. L'inchiesta, coordinata dal procuratore Irene Bilotta, accerterà se Ancona era ed è tuttora un ponte capace di collegare l'Italia al terrorismo internazionale.