Le borse geometriche di AlessandroGiada: da Roma a Parigi

Le borse AlessandroGiada
di Valentina Venturi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 1 Marzo 2018, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 10:54

Amici d’infanzia, amici per la vita. Alessandro (Valentini) e Giada (Nardiello) da compagni di classe sono diventati soci della linea di borse "AG alessandrogiada”, marchio che ha da poco ricevuto l’onore di essere citato nella bibbia della moda L’Officiel. Entrambi romani. 

Quando nasce AG?
«La linea di borse “AG alessandrogiada” nasce circa 4 anni fa. Sono stato sempre affascinato dal mondo della moda, fin da piccolo rimanevo incantato dalla perfezione che vedevo nelle campagne pubblicitarie dei magazine del settore. Per questo ho studiato fotografia all’IED e coinvolto la mia amica Giada che viene da un percorso prima cinematografico al Dams e poi accademico presso l’Accademia di Costume e Moda. Da lì è nato tutto».

Chi fa cosa?
«La designer principale è Giada, le idee e la comunicazione dell’immagine sono curate da entrambi».

Da cosa vi fare ispirare?
«Abbiamo la fortuna di essere nati e cresciuti nella città più bella del mondo, dove artisticamente sei continuamente ispirato. Ad ogni modo la nostra visione principale è sempre rivolta al futuro e all’avanguardia. Ecco perché l’ispirazione principale arriva dall’architettura sperimentale del Bauhaus, De Stijil, Piet Mondrian e Le Corbusier».
 

 


La più grande soddisfazione?
«Sicuramente essere stati pubblicati su magazine importanti come British Vogue, GQ, Glamour, L’Officiel».

Quale celebrities vorreste indossasse la vostra borsa?
«Kendall Jenner, Gigi Hadid, Bella Hadid e Kate Middleton».

È mai accaduto qualcosa di strano durante uno shooting?
«A luglio del 2017 eravamo con Clara Nanut, nota influencer di Milano. Il tema degli scatti era una full immersion di Roma e dei vicoli più segreti (la foto con la vespa lo testimonia: guidavo io!). Un modo per innamorarsi di nuovo di questa città, da dove è partito il nostro brand. Al tramonto come per incanto le note della "Dolce Vita” in un bar hanno accompagnato il nostro rientro, quasi a voler ringraziarci ed applaudirci. Da qui il nome "Twisted Dolce Vita”, mentre alla stessa Clara abbiamo dedicato la nostra prossima It-Bag “Claire”».


Quale traguardo vi siete prefissati?
«Vogliamo continuare il nostro percorso, portando avanti le nostre idee sia nella moda che nella fotografia. Il mondo fashion non si ferma alla vendita degli accessori e all’abbigliamento ma vuole influenzare le abitudini e il modo di vivere delle persone. Noi cerchiamo di farlo secondo il nostro punto di vista».

Vi considerate artigiani o designer?
«Designer a tutti gli effetti». 

I materiali sono Made in Italy? 
«Ovviamente. Nel nostro percorso siamo stati molto fortunati perché  abbiamo incontrato artigiani e laboratori tutti nel territorio romano che ci hanno aiutato a progettare e sviluppare ogni modello fino alla collezione completa con pellami e finiture completamente italiani per un prodotto totalmente “Made in Italy”».

Come siete riusciti ad arrivare a L’officiel?
«Tramite il White di Milano.
La cosa che ci ha colpito di più è che quando eravamo in fiera le persone responsabili di magazine così autorevoli venivano solamente al nostro stand nel nostro padiglione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA