La frutta diventa tessuto: Crop-A-Porter vince il Global Change Award per una moda sostenibile

La frutta diventa tessuto: Crop-A-Porter vince il Global Change Award per una moda sostenibile
di Costanza Ignazzi
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Venerdì 23 Marzo 2018, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 12:32
Moda sostenibile, si può. Perché un abito all'ultimo grido può nascere anche dagli scarti agricoli: è l'obiettivo di Crop-A-Porter, start up che si è aggiudicata il primo premio del Global Change Award 2018, sponsorizzato dalla no profit H&M Foundation. Ananas, banane, canna da zucchero: le rimanenze dei raccolti invece di essere bruciate o lasciate deperire possono trasformarsi in fibre di tessuto per i vestiti di domani. A Crop-A-Porter andranno 300mila euro del milione che il Global Change Award, nato nel 2015, mette ogni anno in palio per sostenere lo sviluppo di un'industria della moda circolare. Quest'anno erano duemilaseicento i candidati provenienti da 151 Paesi: i progetti sono stati premiati a Stoccolma in base ai voti ricevuti online. «Il nostro obiettivo ha commentato Isaac Nichelson, portavoce della statunitense Crop-A-Porter - è collaborare con l'industria della moda affinché possa affrancarsi dall'impiego del cotone». Nella top 5 anche la svedese The Regenerator, che potrà contare su 250mila euro per la separazione delle fibre riciclabili e l'israeliana Algae Apparel (150mila euro), che realizza bio-tessuti dalle alghe. Premiati anche Smart Stich, tecnologia che dissolve le parti più difficilmente riciclabili degli abiti, e Fungi Fashion che crea fibre da radici di funghi. Un impegno, quello per la creazione di un sistema sostenibile, che permetterà di reinventare l'industria fashion tenendo conto dei limiti delle risorse ambientali.

 
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