Aborto, Corte Suprema degli Stati Uniti boccia la legge restrittiva della Louisiana

Aborto, Corte Suprema degli Stati Uniti boccia la legge restrittiva della Louisiana
di Anna Guaita
3 Minuti di Lettura
Lunedì 29 Giugno 2020, 21:03

NEW YORK – La Louisiana non può imporre «indebiti aggravi» sulle donne che desiderino ottenere un aborto. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha presentato uno dei pareri più importanti degli ultimi venti anni sul tema dell’aborto, e ha sorpreso quanti pensavano che le nuove toghe conservatrici avrebbero garantito un voto anti-abortista. La legge della Louisiana, che avrebbe avuto come conseguenza la chiusura di tutte le cliniche private che ancora vi praticano l’aborto, è stata invece  bollata come anticostituzionale. Il voto effettivamente è stato strettissimo: cinque a quattro. E’ stato il capo della Corte, il giudice John Roberts, un conservatore nominato da George Bush Junior, ad attraversare la linea di demarcazione e schierarsi con i quattro giudici liberal in difesa del diritto di aborto.
 
Roberts si è dimostrato altre volte poco disposto a prendere posizioni che avrebbero avuto conseguenze politiche travolgenti nel Paese. Ad esempio nel 2015 è stato suo il voto decisivo che ha salvato l’Obamacare. Se avesse votato contro, 20 milioni di americani si sarebbero di colpo trovati senza assicurazione medica. Appena una settimana fa ha votato per riconoscere che la Legge sui Diritti Civili del 1964 deve estendere la sua protezionne anche ai gay. Se avesse votato contro, innumerevoli luoghi di lavoro avrebbero avuto il diritto di licenziare chiunque non sia perfettamente eterosessuale.
 
Pur essendo un conservatore, dunque, Roberts è visto da molti come un “garantista”, ma ha deluso fortemente tutti coloro che si aspettavano che la Corte Suprema stesse per dare un colpo mortale al diritto di aborto. Con la presidenza di Donald Trump, ci sono due giudici nuovi – Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh - molto anti-abortisti, e non si può negare che allo stato attuale la Suprema Corte tende a destra, con cinque giudici conservatori e quattro liberal.
 
Tuttavia la legge della Louisiana non ha superato il loro esame. Di fatto si tratta di una legge quasi identica a un’altra, del Texas, già bocciata quattro anni fa. Essa richiedeva che i medici che praticano l’interruzione della gravidanza siano anche parte dello staff di un ospedale, dove potrebbero ricoverare le loro pazienti in caso di emergenze. Si tratta cioé di una imposizione che vuole apparire in difesa della donna, ma in realtà è superflua: in caso di un’emergenza, il pronto soccorso di qualsiasi ospedale sarebbe aperto alle pazienti. Invece la legge avrebbe di fatto bocciato quasi tutti i medici che ancora praticano l’aborto in Louisiana, e quindi avrebbe ottenuto la chiusura delle cliniche che lo offrono (in nessun ospedale viene offerto).
 
Simili leggi restrittive sono state adottate in  decine di Stati Usa, proprio allo scopo di rendere l’aborto sempre più difficile, costoso, quasi irraggiungibile. La sconfitta prima del Texas e ora della Louisiana, segnala però che anche con le tendenze conservatrici della maggioranza dei giudici, non esiste una maggioranza disposta ad accettare che vengano imposti «nuovi e indebiti aggravi» a un diritto che è stato sancito nel 1973.
 
Per gli antiabortisti, l’unica strada sembra essere quella di battersi perché si aggiunga alla Corte un altro giudice antiabortista. Molti pensano che l’anziana Ruth Bader Ginsburg, la più liberal della Corte, ma anche di salute molto cagionevole, sia vicina alla pensione. E Donald Trump sta già preparando nuovi slogan elettorali per assicurarsi il voto degli evangelici con la promessa che nominerà un terzo giudice conservatore e antiabortista.



 

© RIPRODUZIONE RISERVATA