Coronavirus, chiude anche l'Everest, migliaia di alpinisti stranieri ospitati gratis in Nepal, tanti gli italiani

26 marzo, le strade di Kathmandu sono deserte
di Stefano Ardito
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Venerdì 27 Marzo 2020, 10:54 - Ultimo aggiornamento: 10:55
Coronavirus, chiude anche l'Everest, il tetto del mondo. Il Nepal si è fermato lunedì scorso, dopo il secondo caso di coronavirus: il governo di Kathmandu ha decretato il lockdown. Oltre alle scuole e agli uffici si sono fermati alberghi, ristoranti, bus e voli.

"Speranza", il Cervino illuminato dall'artista svizzero Gerry Hofstetter

Alle frontiere con l’India entrano solo i cittadini nepalesi, che poi si isolano per 14 giorni. Il confine con la Cina è sbarrato da due mesi. I trekker e gli alpinisti che non sono ripartiti in tempo sono prigionieri di fatto.

Per la stampa nepalese, gli stranieri ancora nel paese sono almeno 10.000. Secondo il Nepal Tourism Board “circa 500 trekker sono rimasti bloccati sui sentieri, e la metà è nella zona dell’Everest”.

Come ogni anno migliaia di persone, da tutto il mondo, sono arrivate in Nepal. Il 7 marzo, il blocco dei visti per gli italiani ha ridotto al minimo i nostri connazionali.  
“Il Nepal ha reagito bene, come dopo il terremoto del 2015” spiega Navyo Eller, un italiano che gestisce un’agenzia di viaggi e trekking a Kathmandu. “Come le altre agenzie, a febbraio abbiamo cancellato tutti i programmi. Ma i camminatori “fai da te” sono arrivati”. Il governo, con elicotteri e bus, li sta riportando nella capitale. Da qui, appena possibile, partiranno per i rispettivi paesi.

L’Italia non ha una sede diplomatica in Nepal, e dei nostri connazionali si occupano il Consolato d’Italia a Kolkata (India), numero per le emergenze 0091.983.1212216, e il Consolato onorario a Kathmandu 00977.1.4169089, kathmandu.onorario@esteri.it.
In questi giorni, il Nepal dà una lezione di solidarietà al mondo. “Il governo indica ai viaggiatori bloccati gli alberghi rimasti aperti, chi ha finito i soldi può mangiare gratis al ristorante. Anche nei lodge (piccoli alberghi) di Lukla si viene ospitati senza pagare” racconta l’imprenditore.

C’è solidarietà anche per i nepalesi. “Le agenzie di trekking hanno un fondo di solidarietà per indennizzare guide, cuochi, portatori e impiegati rimasti senza lavoro”. Le cose sono più difficili per chi lavora da freelance, e per i proprietari delle centinaia di lodge che sorgono accanto ai sentieri.

Ha subito un duro colpo anche il business delle spedizioni all’Everest, che ogni anno, tra marzo e maggio, fattura milioni di euro. “La montagna è chiusa, per noi è un colpo terribile” spiega Kami Rita Sherpa, che è salito per 24 volte sulla cima, un record. “Stiamo cercando di spostare le spedizioni all’autunno. Ma è presto per sapere se ce la faremo”.
 
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