I contorni della regia iraniana dietro l’offensiva degli Houthi dello Yemen, unico avamposto filoiraniano sul Mar Rosso, si fanno più nitidi. «La decisione politica è di Teheran, la gestione è di Hezbollah e il luogo è degli Houthi in Yemen». Secondo fonti iraniane e regionali anonime citate da Reuters, comandanti e consiglieri delle guardie rivoluzionarie iraniane (pasdaran) nonché vertici di Hezbollah sono attualmente presenti in Yemen per fornire know-how, dati e intelligence al fine di determinare fra le decine di navi che ogni giorno transitano fra lo Stretto di Bāb el-Mandeb e il Canale di Suez quali costituiscono obiettivi legittimi da bersagliare. Non solo.
La regia dell'Iran
La presenza di vertici militari di Teheran e del gruppo sciita libanese servirebbe per supervisionare il riassemblaggio dei missili contrabbandati in territorio yemenita, l’addestramento dei circa 20 mila guerriglieri fino a dirigerne le operazioni belliche.
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Le armi
Per le Nazioni Unite, la milizia yemenita ha iniziato a ricevere armi dall’Iran almeno dal 2009, durante le cosiddette “guerre di Saada” tra le forze governative e i guerriglieri sciiti zaiditi dell’imam Yahya al-Houthi. Col tempo poi le forniture provenienti da Teheran si sono intensificate fino a includere ad oggi droni avanzati, missili da crociera antinave, missili balistici di precisione e missili a medio raggio in grado di colpire il territorio dello Stato ebraico. Questa crescente integrazione e l’attuale coinvolgimento nel processo decisionale strategico e nello sviluppo delle capacità operative della milizia yemenita riflette la convergenza dell’interesse anti-israeliano e anti-americano di Houthi e Iran. Al contempo smaschera anche l’urgenza di Teheran di modulare e controllare l’iniziativa del gruppo armato che, se lasciato troppo autonomo, potrebbe superare linee rosse che l’Iran non sembra voler ancora infrangere.