Mar Rosso, perché l'Iran attacca il Pakistan? Il caso dei separatisti Baluchi e il nuovo fronte di guerra (che può preoccupare gli Stati Uniti)

Dal 7 ottobre in aumento le azioni militari. Preoccupazione di Usa, Francia, Gran Bretagna. La Cina chiede "moderazione"

Mar Rosso, perché l'Iran attacca il Pakistan? Il caso dei separatisti Baluchi e il nuovo fronte di guerra (che può preoccupare gli Stati Uniti)
di Raffaella Troili
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Mercoledì 17 Gennaio 2024, 18:19 - Ultimo aggiornamento: 22:16

Medio Oriente, escalation di attacchi e azioni militari dopo il 7 ottobre, l'escalation mina i già delicati rapporti tra "vicini", presidi Usa presenti nei territori e paesi occidentali. L'ultimo episodio riguarda l’Iran, che ha lanciato attacchi aerei in Pakistan, apparentemente mirati contro un gruppo militante sunnita, Jaish al-Adl, colpendo nell’ultimo punto critico del Medio Oriente.

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Il Pakistan però ha fatto sapere che sono stati uccisi due bambini in una “violazione non provocata” del suo spazio aereo, e ciò va ad aggiungersi all’instabilità regionale innescata dalla guerra tra Israele e Gaza. The Guardian, sottolinea come "un’ondata di violenza si sta diffondendo in tutto il Medio Oriente e oltre". Il ministero degli Esteri pakistano alla luce del fatto che due bambini sono morti e altri tre feriti in quello che ha definito un attacco aereo "illegale", ha convocato l'alto diplomatico di Teheran a Islamabad per protestare contro la "violazione non provocata del suo spazio aereo".

Cosa è successo?

I resoconti dei social media pakistani - riporta The Guardian - affermano che attacchi missilistici e droni erano mirati alla provincia del Balochistan, lungo il confine di 1.000 km tra i due paesi. In Iran, è stato riferito che gli attacchi erano mirati alle basi del gruppo Jaish al-Adl ma poi la notizia è rapidamente scomparsa dai media. «I nostri missili e droni non hanno preso di mira alcuno dei cittadini del Paese amico e fraterno del Pakistan. Il nostro obiettivo era il gruppo terroristico Jaish-al-Adl, al confine Iran-Pakistan», ha dichiarato il ministro degli Esteri di Teheran, Hossein Amir-Abdollahian, nel suo intervento al forum di Davos, riferendosi al raid condotto dalle forze della Repubblica islamica in territorio pakistano. Intanto il Pakistan ha richiamato il suo ambasciatore in Iran a seguito della «violazione ingiustificata» del suo spazio aereo da parte di Teheran e ha deciso di non consentire «per il momento» il ritorno a Islamabad dell'ambasciatore iraniano, che attualmente si trova nella Repubblica islamica.

 

Le mosse dell'Iran

Le mosse dell'Iran possono essere interpretate come una "dimostrazione di forza" per far intendere di avere le capacità di colpire le basi militari degli Usa nella regione e le città di Israele, inoltre può essere una risposta di reazione palese a chi chiedeva un atto di forza dopo il recente attentato a Teheran. Di fatto, Iran e Pakistan hanno da tempo rapporti tesi, in particolare per le attività dei separatisti Balochi e di altri gruppi militanti nella zona di confine. "Tuttavia, ciò segnerebbe una significativa escalation sul territorio del suo vicino dotato di armi nucleari. Gli attacchi in Pakistan sono avvenuti meno di un giorno dopo gli attacchi missilistici iraniani in Siria e Iraq, parte di una serie di rappresaglie contro i nemici di Teheran sulla scia del doppio attentato suicida nella città di Kerman il 3 gennaio che ha ucciso più di 80 iraniani. E lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco". Non è chiaro però ancora se Teheran creda che sia coinvolto anche Jaish al-Adl, o se si stava semplicemente scagliando contro i nemici per soddisfare le richieste di vendetta interne.

Kurdistan nel mirino

Non è la prima volta che le Guardie Rivoluzionarie prendono di mira il Kurdistan. "Ci sono stati almeno due attacchi nel 2022 e molti durante le proteste iraniane del 2019, che secondo i leader del governo iraniano erano state incoraggiate dai dissidenti iraniani in Kurdistan - il resoconto del New York Times - Ma l'attacco di questa settimana ha giocato un ruolo nella difficile politica che circonda il tentativo del governo iracheno di porre fine alla presenza delle truppe americane sul suo territorio. Sono in Iraq dal 2014, aiutando il paese a combattere i resti dello Stato islamico e a prevenirne il ritorno. L’Iran vuole anche che le truppe americane si ritirino perché percepisce la loro presenza come un rischio per la sicurezza, data l’inimicizia tra il governo iraniano e quello statunitense". L’Iraq è rimasto nel mezzo.

Il Parlamento del paese – che comprende molti legislatori con legami con l’Iran – ha recentemente votato a favore del ritiro delle truppe. Dopo che un attacco statunitense ha ucciso un leader di una milizia legata all'Iran a Baghdad, il primo ministro Mohammed Shia al-Sudani ha annunciato di voler iniziare a determinare come dovrebbe essere effettuata la partenza delle truppe, l'attacco di martedì potrebbe rendere le trattative decisamente più difficili.

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Le rappresaglie

Le rappresaglie iraniane per l’attacco di Kerman non sembrano avere alcun collegamento diretto con la guerra di Gaza, ma arrivano in un momento in cui il conflitto sta già diffondendo instabilità nella regione. Continuano gli attacchi alle navi del Mar Rosso da parte dei ribelli Houthi che agiscono in solidarietà con i palestinesi a Gaza e che hanno portato gli Stati Uniti e i loro alleati a effettuare per la prima volta attacchi aerei nello Yemen, mirati alle posizioni Houthi (martedì gli Stati Uniti hanno lanciato un nuovo attacco contro gli Houthi, colpendo missili antinave in quello che è stato il terzo attacco contro il gruppo sostenuto dall’Iran negli ultimi giorni). Proprio martedì nell’ultimo attacco alle navi del Mar Rosso, una nave mercantile di proprietà greca è stata colpita da un missile al largo delle coste dello Yemen mentre si dirigeva verso il canale di Suez. Funzionari greci hanno detto che "la Zografia, rimasta navigabile, stava navigando dal Vietnam verso Israele". Non sono stati segnalati feriti. Tutto questo avviene mentre oggi l’amministrazione Biden annuncerà l’intenzione di rinominare gli Houthi come "terroristi globali appositamente designati", secondo quanto riportato dai media statunitensi.

Gli Houthi

Nel febbraio 2021 gli Stati Uniti avevano cancellato gli Houthi sia dalle organizzazioni terroristiche straniere sia dai terroristi globali appositamente designati, nel tentativo di facilitare l’invio di aiuti umanitari nello Yemen. Ma dallo scoppio della guerra di Gaza, innescata da un attacco di Hamas contro Israele che ha ucciso centinaia di civili, anche il movimento Hezbollah in Libano, sostenuto dall’Iran, ha lanciato regolarmente razzi nel nord di Israele e le Forze di Difesa Israeliane hanno risposto nel sud del Libano, talvolta con attacchi aerei. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha incontrato martedì il primo ministro ad interim del Pakistan, Anwaar-ul-Haq Kakar, a margine del Forum economico mondiale a Davos, in Svizzera, ma non è chiaro di cosa abbiano discusso durante l'incontro, ancora The Guardian.

I Baluchi

I nazionalisti Baluchi combattono da più di due decenni un’insurrezione a bassa intensità in Balochistan, che si è trasformata in una richiesta di indipendenza. L'Iran sospetta da tempo che il Pakistan fornisca un rifugio agli insorti e fomenti l'instabilità sul confine sud-orientale dell'Iran, forse in coordinamento con l'Arabia Saudita, acerrimo rivale di Teheran. I militanti Baluchi sono passati anche dall'Iran per compiere attacchi all'interno del Pakistan. Iran e Arabia Saudita hanno raggiunto una distensione mediata dalla Cina nel marzo dello scorso anno, allentando le tensioni. Tuttavia, nell’aprile 2023, uno di questi attacchi ha ucciso quattro soldati pakistani. Inoltre, lunedì, l’Iran ha lanciato missili nel nord della Siria dicendo che stava prendendo di mira le basi dell’Isis, e in Iraq, mirando a quello che secondo lui era un “quartier generale dello spionaggio israeliano” e “gruppi terroristici” vicino al complesso del consolato americano a Erbil, la capitale del Kurdistan iracheno. Martedì come detto, l'Iraq ha definito gli attacchi, che hanno ucciso diversi civili, una “palese violazione” della sovranità dell'Iraq, ha richiamato il suo ambasciatore da Teheran e ha minacciato di portare l'Iran al Consiglio di sicurezza dell'Onu. "La casa bombardata apparteneva a un uomo d'affari civile", ha detto Al-Araji, accorso a Erbil da Baghdad poche ore dopo l'attentato. Al-Araji, che è l'uomo di riferimento del governo iracheno su una serie di questioni delicate legate all'Iran, ha una lunga storia di lavoro a stretto contatto con Teheran e raramente è pubblicamente critico, fa notare il New York Times. I suoi commenti di martedì suggerivano che Baghdad credesse di essere minata dal suo vicino. Tra le persone uccise figuravano Peshraw Dizayee, un uomo d'affari curdo; sua figlia, Zhina; la sua babysitter, una cittadina straniera; e un conoscente d'affari in visita, Karam Mikhail.

Mohammed Shia al-Sudani, primo ministro dell'Iraq, ha parlato di "pericolosa svolta" e di un'azione che indebolisce le solide relazioni tra Iran e Iraq" mentre il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani ha replicato: "L'Iran si riserva, nel rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale degli altri paesi, il diritto legittimo e legale di affrontare in modo deterrente le fonti che minacciano la sicurezza nazionale e di difendere così la propria sicurezza". Teheran ha ripetutamente criticato il rapporto tra Israele e il governo regionale semi-autonomo del Kurdistan, accusato di permettere ai partiti curdi iraniani esiliati di svolgere attività ostili nel territorio.

L'intervento della Cina

Interviene anche la Cina che chiede «moderazione» a Iran e Pakistan, Paesi partner del gigante asiatico. «Chiediamo a entrambe le parti di dare prova di moderazione, evitare azioni che potrebbero portare a un'escalation delle tensioni e lavorare insieme per mantenere pace e stabilità», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning, in dichiarazioni rilanciate dalla Bbc. Gli attacchi missilistici, tuttavia, hanno aumentato le tensioni in una regione dove il conflitto ha ormai toccato almeno cinque nazioni sottolinea anche The New York Times. “Stanno contribuendo all’escalation delle tensioni regionali – e questo deve finire”, ha detto in una nota il ministero degli Esteri francese, dopo l’attacco all’Iraq. Anche Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Biden, ha denunciato l'attacco all'Iraq.

I governi iracheno e pakistano hanno respinto le giustificazioni dell'Iran. "Il Pakistan ha sempre affermato che il terrorismo è una minaccia comune a tutti i paesi della regione che richiede un'azione coordinata", si legge nella dichiarazione pakistana, descrivendo come "ancora più preoccupante il fatto che questo atto illegale abbia avuto luogo nonostante l'esistenza di diversi canali di comunicazione tra Pakistan e Iran”. Le azioni dell'Iran sono avvenute in mezzo ai timori diffusi che la devastante guerra a Gaza potesse diventare un conflitto regionale più ampio e mortale. Ha già innescato un conflitto di basso livello tra le forze iraniane e gli Stati Uniti e altre potenze occidentali. Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno denunciato l'attacco iraniano in Iraq, che ha fatto suonare le sirene al consolato americano e costretto l'aeroporto di Erbil a sospendere i voli. "Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, l’Iran ha inviato segnali contrastanti sulle sue intenzioni generali nella regione. In privato, i funzionari iraniani hanno affermato di voler evitare un conflitto più ampio. Ma hanno anche fatto dichiarazioni pubbliche ottimistiche sulle forze militari per procura che il paese sta sostenendo nella regione e sulla loro importanza nel mantenere la pressione su Israele e i suoi alleati".

Gli Houthi, sostenuti dall’Iran, che operano dallo Yemen, hanno interrotto la navigazione globale attaccando le navi nel Mar Rosso, mentre Hezbollah ha lanciato attacchi nel nord di Israele dal Libano. Le milizie irachene strettamente legate all’Iran hanno preso di mira le basi e i campi statunitensi in Iraq e Siria più di 130 volte negli ultimi tre mesi. Oltre a colpire Pakistan e Iraq, l’Iran negli ultimi giorni ha colpito anche la Siria. Lo Stato Islamico, che ha rivendicato l’attacco al corteo commemorativo iraniano, è presente a Idlib. Finora non vi è stata alcuna obiezione pubblica da parte del governo siriano, che è strettamente alleato dell’Iran.

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