Un'intervista dal passato, mai andata in onda, scuote Londra nelle prime ore del mattino. A trasmetterla per la prima volta è Sky News. Fa parte di una serie di documentari diretti da Matthew Torne ed era stata prodotta da Andrew Duncan. In queste riprese Alexei Navalny, morto lo scorso 16 febbraio nella colonia penale "Polar Wolf", accusa l'Occidente e soprattutto il Regno Unito, di essere stato complice del sistema Putin, aiutando lui e la sua ristretta cerchia a nascondere enormi somme di denaro derivanti dalla corruzione imperante in Russia. Denaro che ha arricchito «i fantastici avvocati londinesi» dice Navalny con la sua stessa voce.
LE DICHIARAZIONI
L'intervista risale al 2020: rilassato ma deciso, Navalny è un giovane leader carismatico, deciso a offrire un'alternativa alla corruzione dello zar, denunciando con video e altre prove lo stile di vita lussuoso di Putin e dei suoi alleati, tra yacht, ville, terreni e molto altro. «Credo sia difficile trovare una persona nel nostro ufficio che non è stata arrestata per un periodo di 10, 15 o 30 giorni.
LA RIVELAZIONE
Morte naturale, dicono le fonti ufficiali del carcere. Ucciso per evitare che venisse rilasciato in uno scambio di prigionieri con Usa e Germania, ha detto invece ieri Maria Pevchikh, dirigente della "Fondazione anticorruzione di Alexei Navalny". L'accordo avrebbe dovuto portare al rilascio di altri due cittadini americani detenuti in Russia in cambio di Vadim Krasikov, ex colonnello dei servizi di sicurezza russi Fsb, detenuto in Germania per omicidio. «Le negoziazioni erano quasi concluse la sera del 15 febbraio - ha confermato ieri l'attivista - e il 16 è stato dichiarato morto». Putin, ha detto poi, «si è voluto liberare dell'oggetto dello scambio, così può utilizzare qualcun altro. È senza logica, il comportamento di un mafioso pazzo». Secondo un gruppo per i diritti umani, Gulagu.net, che sostiene di avere informazioni privilegiate sul sistema carcerario di Putin, Navalny ha subito «legature, immobilizzazioni, blocco di braccia e gambe e torture a freddo». Le sue parole però risuonano più vive che mai: «Tutta l'elite di Putin, incluso lui, è assolutamente corrotta. E ha una mentalità coloniale - attacca Navalny nell'intervista del 2020 mandata in onda ieri -. Hanno spostato le loro famiglie, i loro figli e i loro patrimoni in Occidente e trattano il nostro Paese come se fosse una zona di caccia libera. Funziona esattamente così».