Navi cinesi nel Mar Rosso: così le compagnie sfruttano l'immunità agli attacchi Houthi. Pechino: preoccupati per l'escalation

Queste linee cinesi più piccole, scrive il Financial Times, «servono porti come Doraleh a Gibuti, Hodeidah nello Yemen e Jeddah in Arabia Saudita, che hanno tutti dovuto affrontare grandi cali di traffico»

Navi cinesi nel Mar Rosso e nel Canale di Suez: così le compagnie sfruttano l'immunità di Pechino agli attacchi degli Houthi
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Venerdì 26 Gennaio 2024, 09:53 - Ultimo aggiornamento: 21:59

C'è anche la Cina nel Mar Rosso e nel Canale di Suez. Diverse compagnie di navigazione cinesi hanno redistribuito le loro navi per servire quell'area, in quello che gli analisti hanno definito come un tentativo di sfruttare la percepita immunità della Cina dagli attacchi Houthi che, cacciando la gran parte degli altri operatori dall'area per i legami con Israele, hanno dichiarato di agire a sostegno dei palestinesi di Gaza durante la guerra Israele-Hamas. Queste linee cinesi più piccole, scrive il Financial Times, «servono porti come Doraleh a Gibuti, Hodeidah nello Yemen e Jeddah in Arabia Saudita, che hanno tutti dovuto affrontare grandi cali di traffico».

Houthi, nuova strategia Usa contro gli attacchi: cosa prevede e quando è iniziata 

@ilmessaggero.it Tre navi e un migliaio di militari Ue, tra operativi e di supporto. Dopo il via libera arrivato dal Consiglio europeo dei ministri degli Esteri, inizia a riempirsi il contenitore della missione “Aspis” a difesa dei mercantili in viaggio nel Mar Rosso. Al netto dell’accelerazione provata ad imprimere anche dal ministro Antonio Tajani per i dettagli operativi bisognerà attendere ancora. Tuttavia lo schema su cui si sta ragionando è quello di inviare ad incrociare le rotte dei cargo che attraversano il pericoloso stretto di Bab el-Mandeb tre differenti fregate con a bordo sistemi anti-razzo e anti-drone. A fornirle dovrebbero essere i principali proponenti della missione, ovvero Italia, Francia e Germania. #ilmessaggero #italia #guerra #houthi #marrosso #aspis #ue #usa ♬ suono originale - Il Messaggero

L'obiettivo

Lo scopo è di sfruttare gli spazi lasciati vacanti «dalle linee di trasporto marittimo internazionale di container», dirottate altrove «per evitare potenziali attacchi da parte dei ribelli Houthi». Tra le compagnie di navigazione impegnate in tal senso, aggiunge il quotidiano, c'è Transfar Shipping, con sede a Qingdao, che sul suo sito web si descrive come «attore emergente nel mercato transpacifico», offrendo servizi tra Cina e Usa. Due delle tre navi di Transfar Shipping, la Zhong Gu Ji Lin e la Zhong Gu Shan Dong, operano attualmente in Medio Oriente. I leader Houthi, sostenuti dall'Iran, hanno assicurato che non attaccheranno le navi associate a Cina o Russia, entrambe alleate di Teheran, finché non avranno legami con Israele.

Gli Usa hanno chiesto alla Cina di sollecitare l'Iran a tenere a freno gli Houthi, senza apparente successo.

I dati 

I dati di MarineTraffic, un servizio di localizzazione e analisi delle navi, hanno mostrato che sette cargo impiegati dai nuovi operatori cinesi erano attivi in altri mercati nell'ottobre 2022. Il sito web della Sea Legend, compagnia sconosciuta in precedenza con sede a Qingdao, ha sottolineato che le sue navi battono bandiera cinese e navigano attraverso la zona di pericolo del Mar Rosso scortate dalla marina dell'Esercito popolare di liberazione. La società ha lanciato a gennaio un servizio per collegare i porti turchi, tra cui Istanbul, con la Cina attraverso il Mar Rosso, oltre a servire i porti di Aden nello Yemen, Doraleh a Gibuti, Jeddah in Arabia Saudita, Aqaba in Giordania e Sokhna in Egitto. Citando in forma anonima un manager della Sea Legend, il Global Times, il tabloid nazionalista del Quotidiano del Popolo, ha riferito che l'azienda è «l'unica» ad offrire un servizio di linea settimanale nella regione del Mar Rosso dall'Asia all'Europa «sulla scia dell'aggravarsi della crisi marittima», forte della protezione offerta dalla Marina cinese.

Pechino: preoccupati da tensioni nel Mar Rosso

Intanto in questo scenario la Cina si dice «profondamente preoccupata» per il forte aumento delle tensioni nel Mar Rosso le cui acque «sono un importante canale commerciale internazionale per beni ed energia». Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, ad una domanda sulle ricostruzioni di stampa relative alle richieste d'aiuto dei funzionari cinesi alle controparti iraniane per frenare gli attacchi Houthi per non rischiare di danneggiare i rapporti commerciali Pechino-Teheran, ha esortato «le parti interessate ad evitare di aggiungere benzina alle tensioni e a salvaguardare congiuntamente la sicurezza della navigazione in conformità con la legge».

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