Archeologia, il Toro di Nimrud dono dell’Italia all’Iraq. «Ricostruito dopo la distruzione dell'Isis»

Il gioiello dell'arte assira è stato riprodotto in scala perfetta con tecnologia 3D: Francesco Rutelli lo ha consegnato al Museo Culturale di Bassora

Archeologia, il Toro di Nimrud dono dell’Italia all’Iraq. «Ricostruito dopo la distruzione dell'Isis»
di Laura Larcan
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Martedì 6 Febbraio 2024, 20:56

Distrutto a colpi di martello dalla furia dell'Isis e ricostruito con virtuosismi tecnologici per tornare "a casa" in Iraq.  E' la storia del "Toro di Nimrud", il capolavoro dell'arte assira che adesso vanta anche un'anima tutta italiana e che oggi sfoggia la sua elegante bellezza nel Museo di Bassora. “Lamassu”, il toro androcefalo alato dell’antica città assira di Nimrud, che tremila anni fa proteggeva il palazzo di Ashurnasirpal II (nel IX secolo a.C.) e devastato nel 2015, è stato riprodotto in scala fedele da una squadra di restauratori italiani sotto la guida di Nicola Salvioli dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e con la supervisione scientifica di Davide Nadali dell’Università Sapienza di Roma. A guidare l'impresa, Francesco Rutelli con la sua Associazione Incontro di Civiltà. Un lavoro lungo e complesso celebrato con larga in ricordo della donazione dell'Italia al Governo insieme all’Ambasciatore italiano in Iraq Maurizio Greganti. 

La scultura

«La scultura distrutta - racconta Francesco Rutelli - che era sulla facciata della grande sala del trono del palazzo reale, torna in vita all'ingresso del Museo di Basra, una delle città-chiave nella Regione, presso la confluenza tra il Tigri e l'Eufrate.

Dall'osservazione di foto e disegni, si è realizzato in Italia un modello computerizzato tridimensionale, nell'identica forma dell'originale distrutto: anziché al trafugamento che ha dominato per secoli, eccoci di fronte a un caso di "ritorno in patria". L’Italia si batte per tutelare il Patrimonio Culturale, contro ogni sua distruzione, per ritrovare valore e rispetto della Storia, per il pluralismo delle idee. Questa simbolica realizzazione - compiuta con sole risorse private e una costante azione di volontariato - dimostra la forza del pensiero e delle capacità italiane. Spero che questa piccola luce serva a dare una speranza in questi tempi difficili».

La storia

L'opera venne mostrata la prima volta all’interno del Colosseo, nell'ottobre 2016, tenuta a battesimo dal presidente Sergio Mattarella. Poi, venne presentata nel 2017 all’ingresso della sede dell’Unesco a Parigi. Ora il lavoro è completato, con il ritorno in patria del grande Lamassu, dopo un viaggio complicato e grazie all’impegno dell’Ambasciatore d’Italia Maurizio Greganti.

Soddisfatti, i ministri degli Esteri Antonio Tajani e della Cultura Gennaro Sangiuliano. «L’Italia è in prima linea nella salvaguardia del patrimonio culturale perché è l’anima di una nazione e incarna la sua storia. La storia non si distrugge o cancella, ma si studia e preserva per le generazioni successive», dice Sangiuliano«Lo svelamento della targa a ricordo della donazione italiana al Governo iracheno della riproduzione della statua del Toro di Nimrud rappresenta un’ulteriore importante tappa della ricostruzione dell’Iraq - conclude Tajani - E’ anche manifestazione concreta del costante impegno dell’Italia a fianco dell’Iraq e, in particolare, della tutela del suo inestimabile patrimonio artistico e culturale».

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