Contatti Raggi-Calenda, slitta il tavolo. Il sindaco chiama: «Prima del vertice necessaria un’istruttoria»

di Andrea Bassi e Lorenzo De Cicco
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Lunedì 2 Ottobre 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 21:49
«Pronto ministro, sono Virginia Raggi». Le parole del disgelo (almeno abbozzato) le pronuncia la sindaca di Roma. Che ieri sera ha preso finalmente il telefono e ha chiamato il ministro dello Sviluppo economico. Un tentativo di appeasement dopo 24 ore ad alta tensione sulla trattativa governo-Campidoglio per la sorte del “Tavolo per Roma”, il luogo di confronto per arginare la fuga delle imprese dalla Città eterna, convocato da Carlo Calenda per mercoledì prossimo, il 4 ottobre, ma snobbato, a detta del ministro, dall’inquilina di Palazzo Senatorio. «Ma no, per noi questa è un’iniziativa importante, le istituzioni devono dialogare nell’interesse della Capitale», ha detto la prima cittadina ieri durante la telefonata. Piuttosto breve, in realtà, tanto che ne è già in programma un’altra per oggi.

Per quanto stringato, dallo scambio di battute tra sindaca e ministro, emergono comunque un paio di indicazioni. La prima: l’avvio del Tavolo è destinato a slittare. Dall’entourage di Raggi spiegano che nella lettera ricevuta dal ministero qualche settimana fa si parlava della possibilità di convocare il vertice «a partire dal 4 ottobre». Come a dire: nessuna data è stata ufficializzata. E infatti ieri col ministro è stato convenuto di avviare un «lavoro preparatorio» tra il dicastero e gli uffici del Comune prima di avviare formalmente questo percorso. Ma da entrambe le parti è affiorata la necessità di andare avanti e collaborare.

I DUBBI SUI POTERI
Resta però da sciogliere il vero nodo dell’operazione. Cioè chi sarà a gestire materialmente il Tavolo. Calenda, essendo l’ideatore dell’iniziativa, è convinto che sia naturale che a guidarla sia il ministero dello Sviluppo, che ha già realizzato un lavoro ad ampio spettro sulla crisi dell’economia nella Capitale, con tanto di incontri con imprese e sindacati, fino al corposo dossier sui settori in declino anticipato dal Messaggero. Palazzo Senatorio invece vorrebbe capovolgere la prospettiva e mettere il progetto di Calenda sotto il cappello di “Fabbrica Roma”, il contenitore messo in campo dalla Raggi per dialogare con il mondo produttivo e le sigle sindacali, seguito dal delegato al Personale, Antonio De Santis. Nella telefonata di ieri non se ne è parlato. Ma è questo l’ostacolo principale da superare per appianare le divergenze.

L’OBIETTIVO
Insomma, il disgelo per il momento c’è, ma non è escluso che nei prossimi giorni, da entrambi i fronti, riprendano vigore le schermaglie polemiche cominciate l’altro ieri. «Ho chiamato tre giorni fa il sindaco, non mi ha risposto e ancora aspetto di essere richiamato, serve un telegramma?», aveva detto Calenda, con la minaccia che «se entro lunedì non ho ancora una conferma della data per l’incontro, io sconvoco il tavolo». Replica di Raggi: «Se il ministro sconvocasse il tavolo farebbe un dispetto non a me ma a Roma. Non è necessario un telegramma, basta semplicemente sentirsi e si fissa una data». E infatti la chiamata, alla fine, c’è stata.

Sia il governo che il Comune a trazione grillina hanno interesse che l’operazione vada in porto. In Campidoglio ragionano già da tempo su un piano, supportato economicamente da Palazzo Chigi, che possa rilanciare le infrastrutture romane, non solo quelle fisiche, e restituire così alla Capitale quella capacità di attrarre imprese, innovazione e lavoro qualificato che negli ultimi anni si è gradualmente smarrita. Tram, scuole, ospedali.

LE REAZIONI
Anche i sindacati si sono già schierati a favore del tavolo promosso dal Mise. Michele Azzola, segretario della Cgil di Roma e Lazio: «Chi farà saltare il tavolo su Roma se ne assumerà tutte le responsabilità. Come Cgil proporremo a Cisl e Uil, in caso la riunione saltasse, una grande manifestazione cittadina contro il degrado e il declino». Toni simili a quelli della Uil: «Da tempo sosteniamo che Roma da sola non ce la può fare. Speriamo che il senso di responsabilità di tutti non faccia perdere l’occasione che il tavolo proposto dal Governo può dare a Roma».
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