Caso Foa, M5S e la minaccia a FI: una tassa sugli spot tv

Caso Foa, M5S e la minaccia a FI: una tassa sugli spot tv
di Emilio Pucci
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Sabato 4 Agosto 2018, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 18:55

Una tassazione straordinaria sugli spot pubblicitari in tv. La minaccia è targata M5S. Un testo in via di definizione che potrebbe essere inserito come un emendamento nella legge di bilancio o in un prossimo provvedimento fiscale. Luigi Di Maio, spiegano fonti informate di Forza Italia, ha già caricato la pistola. E Matteo Salvini ha avvertito Silvio Berlusconi. «Solo io - ha spiegato al Cavaliere - posso assicurare la salvaguardia delle tue tv, M5S è pronto alla guerra».

LA PARTITA
La partita sulla pubblicità è così finita nella trattativa sulla Rai. Già molte grandi aziende hanno ridotto gli spazi pubblicitari sulle tv e non solo in Italia. «Ma se un’azienda volesse proporsi sulle nostre reti - ragiona anche un big della Fininvest - avrebbe vita difficile in presenza di una tassa ad hoc». L’allarme ad Arcore è risuonato da tempo, ma dopo lo strappo sulla Rai tra i fedelissimi di Berlusconi c’è la consapevolezza che Salvini più che tentare di svuotare il partito possa non fungere più da frangiflutti per contrastare i piani dei pentastellati.

Ecco uno dei motivi per i quali Berlusconi tre giorni fa, dopo la visita alle 8 di mattina di Salvini all’ospedale San Raffaele di Milano, precisamente alle 9, ha chiamato il capogruppo di FI in Vigilanza Rai Mulè chiedendogli di dire sì a Marcello Foa per la presidenza dell’azienda di viale Mazzini. Troppo tardi, il partito azzurro e il Pd avevano già concordato il blitz, temendo un ripensamento del Cavaliere. Antonio Tajani e i capigruppo di Camera e Senato hanno alzato le barricate su Foa. Sulla stessa lunghezza d’onda Ghedini e Letta.

I CONTATTI
Proprio quest’ultimo continua a mantenere i contatti con i vertici dem e, irritando non poco i leghisti, qualche settimana fa ha partecipato ad un convegno sullo sport tenutosi proprio nella sede del Nazareno del Pd. Salvini - riferisce uno dei big azzurri - ha inoltre chiesto a Berlusconi di non prestare il fianco ai dirigenti affossati dal nuovo corso del partito di via Bellerio e che intendono ancora una volta provare a rilanciare l’operazione “Grande nord”. Si tratta dei leghisti legati a Bossi che hanno chiesto fondi per riorganizzarsi. Il Cavaliere ha detto di no, accontentando così Salvini. Intende lavorare sul serio affinché il centrodestra resti unito. Ed è vero che i rapporti con il ministro dell’Interno sono continui.

La tentazione dell’ex premier è quella di lasciare ai fedelissimi la guida della barca affinché si realizzi per esempio il cambio dei coordinatori regionali. «Ma senza di me FI va al 5%», continua a ricordare l’ex presidente del Consiglio.

IL RINNOVAMENTO
Il rinnovamento in FI è cominciato. Galliani, diventato capo dei dipartimenti, in una delle ultime riunioni ha fatto un parallelo calcistico: «Io - ha sostenuto - quando ero ad del Milan ho vinto più di tutte le altre squadre. Vi prometto che farò di tutto per portare Forza Italia al 20%». Il Milan resta uno degli argomenti che da sempre avvicinano Salvini e Berlusconi. Chissà se è vero, come riporta un fedelissimo dell’ex premier, che il Cavaliere per un attimo è stato tentato di ricomprare il Milan per una cifra intorno ai 320 milioni di euro.

L’ex presidente del Consiglio per una settimana se ne starà in Sardegna, ha cancellato tutti i suoi appuntamenti. Al momento, per la presidenza del cda della Rai, il segretario della Lega è fermo su Foa, mentre tutto il partito azzurro invoca un cambio di nome. Intanto il Pd ha chiesto un incontro urgente ai presidenti di Camera e Senato mentre i vertici della Vigilanza potrebbero vedere Tria martedì. Proprio quest’ultimo è l’ago della bilancia. Anche nella Lega riferiscono come il ministro dell’Economia non sia soddisfatto della situazione che si è venuta a creare.

Al momento l’orientamento dei giallo-verdi sarebbe quello di non procedere alle nomine dei direttori dei tg ma di gestire, con Foa nelle vesti di consigliere anziano, solo l’ordinaria amministrazione.

Con la Lega che intanto avrebbe chiesto delucidazioni legali sulla possibilità di poter riproporre il nome del giornalista italo-svizzero.

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