Una tassazione straordinaria sugli spot pubblicitari in tv. La minaccia è targata M5S. Un testo in via di definizione che potrebbe essere inserito come un emendamento nella legge di bilancio o in un prossimo provvedimento fiscale. Luigi Di Maio, spiegano fonti informate di Forza Italia, ha già caricato la pistola. E Matteo Salvini ha avvertito Silvio Berlusconi. «Solo io - ha spiegato al Cavaliere - posso assicurare la salvaguardia delle tue tv, M5S è pronto alla guerra».
LA PARTITA
La partita sulla pubblicità è così finita nella trattativa sulla Rai. Già molte grandi aziende hanno ridotto gli spazi pubblicitari sulle tv e non solo in Italia. «Ma se un’azienda volesse proporsi sulle nostre reti - ragiona anche un big della Fininvest - avrebbe vita difficile in presenza di una tassa ad hoc». L’allarme ad Arcore è risuonato da tempo, ma dopo lo strappo sulla Rai tra i fedelissimi di Berlusconi c’è la consapevolezza che Salvini più che tentare di svuotare il partito possa non fungere più da frangiflutti per contrastare i piani dei pentastellati.
Ecco uno dei motivi per i quali Berlusconi tre giorni fa, dopo la visita alle 8 di mattina di Salvini all’ospedale San Raffaele di Milano, precisamente alle 9, ha chiamato il capogruppo di FI in Vigilanza Rai Mulè chiedendogli di dire sì a Marcello Foa per la presidenza dell’azienda di viale Mazzini. Troppo tardi, il partito azzurro e il Pd avevano già concordato il blitz, temendo un ripensamento del Cavaliere. Antonio Tajani e i capigruppo di Camera e Senato hanno alzato le barricate su Foa. Sulla stessa lunghezza d’onda Ghedini e Letta.
I CONTATTI
Proprio quest’ultimo continua a mantenere i contatti con i vertici dem e, irritando non poco i leghisti, qualche settimana fa ha partecipato ad un convegno sullo sport tenutosi proprio nella sede del Nazareno del Pd. Salvini - riferisce uno dei big azzurri - ha inoltre chiesto a Berlusconi di non prestare il fianco ai dirigenti affossati dal nuovo corso del partito di via Bellerio e che intendono ancora una volta provare a rilanciare l’operazione “Grande nord”. Si tratta dei leghisti legati a Bossi che hanno chiesto fondi per riorganizzarsi. Il Cavaliere ha detto di no, accontentando così Salvini. Intende lavorare sul serio affinché il centrodestra resti unito. Ed è vero che i rapporti con il ministro dell’Interno sono continui.
La tentazione dell’ex premier è quella di lasciare ai fedelissimi la guida della barca affinché si realizzi per esempio il cambio dei coordinatori regionali. «Ma senza di me FI va al 5%», continua a ricordare l’ex presidente del Consiglio.
IL RINNOVAMENTO
Il rinnovamento in FI è cominciato. Galliani, diventato capo dei dipartimenti, in una delle ultime riunioni ha fatto un parallelo calcistico: «Io - ha sostenuto - quando ero ad del Milan ho vinto più di tutte le altre squadre. Vi prometto che farò di tutto per portare Forza Italia al 20%». Il Milan resta uno degli argomenti che da sempre avvicinano Salvini e Berlusconi. Chissà se è vero, come riporta un fedelissimo dell’ex premier, che il Cavaliere per un attimo è stato tentato di ricomprare il Milan per una cifra intorno ai 320 milioni di euro.
L’ex presidente del Consiglio per una settimana se ne starà in Sardegna, ha cancellato tutti i suoi appuntamenti. Al momento, per la presidenza del cda della Rai, il segretario della Lega è fermo su Foa, mentre tutto il partito azzurro invoca un cambio di nome. Intanto il Pd ha chiesto un incontro urgente ai presidenti di Camera e Senato mentre i vertici della Vigilanza potrebbero vedere Tria martedì. Proprio quest’ultimo è l’ago della bilancia. Anche nella Lega riferiscono come il ministro dell’Economia non sia soddisfatto della situazione che si è venuta a creare.
Al momento l’orientamento dei giallo-verdi sarebbe quello di non procedere alle nomine dei direttori dei tg ma di gestire, con Foa nelle vesti di consigliere anziano, solo l’ordinaria amministrazione.
Caso Foa, M5S e la minaccia a FI: una tassa sugli spot tv
di Emilio Pucci
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Sabato 4 Agosto 2018, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 18:55
Con la Lega che intanto avrebbe chiesto delucidazioni legali sulla possibilità di poter riproporre il nome del giornalista italo-svizzero.
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