Tajani: «Ora in Forza Italia lavoriamo per l'unità con la Lega»

Tajani: «Ora in Forza Italia lavoriamo per l'unità con la Lega»
di Simone Canettieri
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Sabato 11 Agosto 2018, 23:50 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 18:43
Antonio Tajani, presidente del parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia, dopo lo strappo in Abruzzo il centrodestra esiste ancora?
«Noi lavoriamo per l’unità, ci auguriamo che possa ricomporsi il centrodestra».

Ma Salvini sembra intenzionato a correre da solo anche in Basilicata e in Trentino Alto Adige, e poi l’anno prossimo alle amministrative.
«Noi siamo sempre per l’unità, il centrodestra ha dimostrato anche di recente che sa vincere, penso al Molise e a tutte le città e le giunte regionali dove governiamo insieme».

Più il governo gialloverde va avanti e più le possibilità di una ricomposizione sembrano ardue, non crede?
«Credo che noi siamo alternativi al Pd e al M5S. E c’è un’ampia area del Paese che la pensa come me. Una maggioranza silenziosa, un’altra Italia».

Renzi dice che il governo cadrà per via giudiziaria: ne è convinto anche lei?
«Io dico altro. Questo è un governo contronatura che non è destinato a durare perché Lega e M5S sono due contraenti troppo diversi tra loro. La Lega ha una visione della società diversa da quella dei grillini».

Ma hanno entrambi una forte radice populista. Anzi, è sicuro che Forza Italia sia ancora compatibile con la Lega?
«Sì, siamo una coalizione. Il problema è questo esecutivo: diviso su tutto e molto, troppo litigioso. Ilva, Tav, Tap, politica finanziaria. Non capisco come sia possibile con questo scenario mettere le mani a una manovra economica di peso: coniugare flat tax, reddito di cittadinanza e far scomparire la legge Fornero».

La politica economica è nelle mani di Luigi Di Maio.
«E cosa vuole fare? Vuole abolire l’industria? Vuole puntare sulla decrescita felice? Manca una strategia di governo. Si è fatto qualcosa all’inizio sull’immigrazione e basta».

L’Europa ci guarda.
«Il problema non è Bruxelles, ma gli investitori. Per questo sono molto preoccupato. È una situazione di caos generale, c’è una guerra civile all’interno del governo. Non sono un sostenitore delle agenzie di rating, le ho anche criticate in passato, ma se l’Italia viene declassata di due livelli, la Banca centrale europea non potrà più comprare i titoli di Stato italiani».

Sono discorsi che alla Lega fanno venire i capelli dritti.
«Ma sono reali. E dirò di più: per me lo sforare il tetto del 3% sul rapporto deficit-pil non è un tabù. Bisogna sforarlo, per esempio, per pagare i debiti pregressi che ha la pubblica amministrazione con le imprese. Parliamo di circa 60/70 miliardi di euro. Così ha un senso perché si punta alla crescita e non si aumenta il debito pubblico con il reddito di cittadinanza. Anzi, in questo momento siamo dalla parte di tutti i sindaci affinché si ponga rimedio al pasticcio sulle periferie votato con il Milleproroghe».

I leghisti sempre più spesso dicono che voi di Forza Italia siete come il Pd, vista l’opposizione che fate in Parlamento.
«No, non è così: noi siamo costruttivi, ovviamente non potevamo essere d’accordo sul Decreto dignità, ma sulle motovedette alla Libia, per esempio, abbiamo votato con la Lega».

Ma non è che il centrodestra si è infranto sulla presidenza Rai e ora lo strappo in Abruzzo è solo la conseguenza di un processo irreversibile?
«La vicenda Rai è un episodio passato, vedremo a settembre come si sbloccherà. Berlusconi si è già espresso a tal proposito. Di sicuro non si può usare la vicenda di Foa per farci la guerra tra di noi. Vogliamo parlare di imprese, di giovani, di come, per esempio, sia uscita fuori la scelta sciagurata di accorpare il ministero dell’Agricoltura con quello del Turismo. Ragazzi, siamo in Italia».

Ma davvero non teme un’opa di Salvini su Forza Italia? I primi smottamenti si stanno già verificando nei territori.
«No. Anzi, presto avremo nuovi ingressi alla Camera e al Senato e anche nei consigli regionali. L’altro giorno è passato con noi l’ex ministro Costa, e non finirà qui».

E chi entrerà?
«Diciamo che ci sono delle trattative in corso. Saranno vacanze molto operative per noi, continueremo a lavorare anche per rilanciare il partito, confluiranno nuove liste civiche e partiremo dai giovani. Soprattutto siamo pronti a far partire i congressi nei territori, puntiamo appunto a occupare uno spazio reale che nel Paese esiste: imprenditori, agricoltori, dipendenti del pubblico impiego, partite Iva. Uno spazio del 25% tra la Lega e il Pd. Saranno vacanze operose le nostre».

È d’accordo con la proposta di Salvini di introdurre la dicitura madre e padre nella carta d’identità?
«Personalmente sì, credo alla famiglia tradizionale costituita da uomo e donna. Purché non vengano intaccati i diritti delle coppie gay, non ho nulla in contrario alle unioni civili. Ma rimango cattolico e ho le mie idee sulla famiglia. Allo stesso tempo, come presidente del parlamento europeo, ho dato il patrocinio a una manifestazione contro l’odio omofobo».

La Lega è tornata a proporre l’abrogazione della Legge Mancino: lei che ne pensa?
«I reati di opinione non mi piacciono, ma di sicuro bisogna stare dalla parte di Israele che in questo momento è di nuovo sott’attacco, internamente ed esternamente. C’è un forte vento antisemita in Europa, purtroppo. Tengo a dirlo: stiamo con Israele e ovviamente con la comunità ebraica romana».

Che si è schierata appunto in difesa della Legge Mancino, contro la Lega.
«Non bisogna permettere rigurgiti di odio razziale, una pagina che consideriamo chiusa».

Come sta il presidente Berlusconi? Sono uscite alcune foto che lo ritraggono in Sardegna, a Villa Certosa.
«Sta bene, è carico, l’ho sentito anche oggi al telefono. Rimane lui il leader di Forza Italia, io sto dando una mano in questa fase».

Per la prima volta sembra che Angela Merkel non passerà le sue vacanze in Italia. Al contrario dei nuovi leader sovranisti e anti-europeisti avvistati sulle nostre spiagge. È un segno dei tempi, non trova?
«Non sono d’accordo. Ognuno fa le vacanze dove vuole, ci mancherebbe. Non c’è una correlazione politica. E allora se io vado in Grecia significa che sono di sinistra?»
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