La mossa dei vescovi: «Controlli anti-gay per i seminaristi»

La mossa dei vescovi: «Controlli anti-gay per i seminaristi»
di Franca Giansoldati
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Venerdì 25 Maggio 2018, 00:41 - Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 15:18

CITTÀ DEL VATICANO I gay non possono essere ammessi al sacerdozio. «Il Papa ha ragione: nei seminari c’è acqua sporca che va tolta. La fragilità umana c’è per tutti». Il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, riflette a voce alta, al termine dell’assemblea annuale, sulle preoccupazioni che Francesco aveva condiviso lunedì pomeriggio con i 220 vescovi italiani riuniti nell’aula nuova del Sinodo. Li aveva messi in guardia sul fatto che bisogna vigilare di più perché i seminari «sono diventati un problema».

Aggiungeva anche che dopo la grande questione della pedofilia, affrontata tra alti e bassi in questi anni, adesso si tratta di dirigere l’attenzione verso gli istituti nei quali vivono, si preparano e crescono gli aspiranti al sacerdozio. 

CURRICULUM 
Bassetti è uno che di seminari se ne intende perché ha trascorso quasi 40 anni in questo settore, includendo i 22 anni fatti come rettore, a Perugia, e poi altri 11 anni come visitatore, una figura equivalente a un ispettore. Va da sé che di situazioni ne ha viste e affrontate tante e ora è in grado di valutare con sguardo competente una delle aree più cruciali per la Chiesa del futuro: la formazione dei sacerdoti. Un settore delicato e ormai sottoposto a parecchi stress, visto che le vocazioni negli ultimi dieci anni sono in picchiata. Probabilmente è anche per questo motivo che qualche vescovo - pur di vedere pieno il seminario diocesano - chiude un occhio, ammettendo con indulgenza anche persone che mostrano di avere un preciso orientamento gay. 

PSICOLOGI 
Bassetti ci tiene però a mettere in chiaro che, nel complesso, il fenomeno non è così allarmante: «Nei seminari c’è anche tanto di buono: preti e ragazzi che vogliono dare la vita per Dio e per gli altri. Lo posso dire con coscienza e se c’è uno che ha esperienza sono io. Ai cardinali dico sempre che sono un caso clinico, in tutto ho fatto 40 anni in seminario, contando gli anni in cui ho studiato e gli altri da rettore e visitatore. Se c’è del male dentro va estirpato, ma in questa realtà c’è anche tanto bene. Naturalmente anche io ho individuato qualche caso che non andava. Ecco perché va fatto un serio discernimento nei seminari con l’utilizzo di psicologi e terapeuti in grado di scandagliare a fondo la personalità dei candidati».

In ogni caso, ha promesso il presidente dei vescovi, «dobbiamo essere più precisi nelle valutazioni». Il totale dei seminaristi nel 2014 era di 2.753 ragazzi. Nell’arco degli ultimi 10 anni la flessione è stata pari a circa il 12 per cento.

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