«Fiumicino, 500 gli algerini spariti»

«Fiumicino, 500 gli algerini spariti»
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Venerdì 3 Ottobre 2014, 05:56
IL CASO
ROMA Sulle strane sparizioni di algerini dall'aeroporto internazionale di Fiumicino il Capo della Polizia Alessandro Pansa ha chiesto una relazione immediata ai vertici della Polizia di Frontiera. Mentre il fenomeno dei passeggeri-clandestini rivelato dal Messaggero sta assumendo contorni ancora più allarmanti. «Dall'inizio dell'anno sono circa 500 quelli arrivati al Leonardo da Vinci e poi spariti senza passare ai controlli - afferma Giorgio Innocenzi, il segretario generale della Consap, la confederazione sindacale autonoma di polizia - Il fenomeno è ormai consolidato ed è stato segnalato sia al ministero dell'Interno che alla direzione dello scalo romano. Ci sono centinaia di algerini in giro per l'Italia di cui non conosciamo l'identità, oltretutto in un periodo di massima allerta anti-terrorismo, con la minaccia dell'Isis alle porte». Gli algerini non sparirebbero unicamente nel corso della tratta Algeri-Istanbul, che fa uno scalo di ben sette ore nella Capitale, ma anche su rotte come la Algeri-Mosca. Insomma, basta ottenere un visto-facile in origine per un'area extra-Schengen con tappa a Roma e il gioco e fatto: appena messo piede sul suolo di Fiumicino, l'algerino corre e scappa più che può, fino a guadagnare l'uscita. Poi sarà un “invisibile”.
CLANDESTINI RINCORSI

La Polaria non nasconde il problema, ma assicura che «la percentuale di cattura degli algerini che tentano di entrare clandestinamente dalla frontiera aeroportuale è pari al 99,9%». «È una caccia continua - spiega Antonio Del Greco, responsabile della Polizia di Frontiera di Fiumicino - ma non possiamo pensare di blindare o vigilare coi fucili spianati passeggeri e turisti che fanno uno scalo in area transiti. È una questione non di oggi e che stiamo affrontando con la Direzione Centrale dell'Immigrazione, intervenendo sia sull'aspetto commerciale che diplomatico; ovvero cercando di evitare di farli imbarcare ad Algeri su voli Alitalia diretti a Istanbul che prevedono lo scalo nella Capitale, oppure con l'interessamento delle autorità algerine attraverso la Farnesina». Si tratterebbe soprattutto di giovani di età compresa tra i 20 e i 25 anni. La Polizia sostiene che «hanno cominciato in pochi, prima due-tre alla volta, poi sono diventati sempre di più, fino ai 35 di settembre» che sarebbero stati «tutti ripresi». Il caso era esploso come una bomba mercoledì mattina durante un'affollata assemblea dei poliziotti romani. «Si dice che il 99,9% siano stato riacciuffati - sottolinea Giuseppe Di Niro, vicepresidente Consap - ma i colleghi hanno manifestato impotenza e sconforto di fronte alle ripetute fughe, denunciando che tutte le battute per rintracciare i fuggitivi sono risultate nella stragrande maggioranza vane, avendo i clandestini abbandonato l'area aeroportuale. E fa sorridere che proprio ora la dirigenza parli di 35 algerini ripresi quando, in realtà è una cifra che era stata detta in assemblea e arrotondata per difetto, per tutela dei colleghi stessi. Quelli scappati a settembre sono stati di più. Servono percorsi differenziati per queste tratte a rischio».
LA DINAMICA

Gli algerini scappano, i poliziotti - quando possono - li rincorrono. Qualcuno viene ripreso subito, altri dopo ore o nella notte, scovati in qualche anfratto durante le ronde di polizia, finanzieri e carabinieri. Anziché aspettare di ripartire, i nordafricani si lanciano di corsa tra i vettori in sosta, le auto di servizio e i follow me in movimento, creando non pochi problemi di sicurezza per se stessi, l'aeroporto e per gli agenti costretti a una surreale acchiapparella a bordo pista. Alcuni sono stati sorpresi a indossare giubbini e tute del tipo di quelle utilizzate dal personale di terra, cercando di confondersi con gli operatori che scaricano i bagagli nel tentativo di guadagnare l'uscita. Altri puntano a scavalcare la recinzione esterna del Leonardo da Vinci, nuova frontiera per l'immigrazione clandestina.
Alessia Marani
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