La casa di carta, "Berlino" (Pedro Alonso) torna su Netflix: «Quando hai un simile successo rischi di andare fuori di testa»

La casa di carta, "Berlino" (Pedro Alonso) torna su Netflix: «Quando hai un simile successo rischi di andare fuori di testa»
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Dicembre 2023, 11:47
Ai fan de La casa di carta piaceva perché era il peggiore di tutti: il più cattivo, il più spregiudicato, l'impresentabile. Ucciso dall'autore Álex Pina alla fine della seconda stagione (ma mai veramente uscito dalla serie), il Berlino dello spagnolo Pedro Alonso, ritornerà dal 29 dicembre su Netflix con una serie spin off dedicata al suo personaggio, Berlino appunto, ambientata negli anni precedenti al suo coinvolgimento nel fatale assalto alla Zecca spagnola.

LA NOVITÀ

Con una novità: l'anima dark e tormentata del rapinatore che spezzava i cuori (e i lucchetti dei caveau) non c'è più. «Il dna del personaggio è sempre quello - raccontava ieri a Roma Alonso - ma il tono è cambiato. Siamo nel campo del feel good movie (il film ottimista, ndr) dai toni luminosi. Se La casa di carta ha rubato alle serie tv americane l'universo narrativo delle rapine, qui ci appropriamo del materiale che ha reso famosi i francesi: la commedia romantica». Gli otto episodi raccontano la progettazione di una colossale rapina a Parigi, un colpo da 44 milioni ideato da Berlino insieme a una banda di criminali eccellenti (nel cast Michelle Jenner, nel ruolo del genio dell'ingegneria Keila, e Tristán Ulloa, "consigliere" di Berlino).

LA POPOLARITÀ

«La prima volta che mi parlarono di uno spin-off era prima della pandemia - racconta Alonso - e avevo qualche dubbio. La storia mi convinceva, ma ero preoccupato dall'enorme esposizione mediatica che mi aveva già procurato la serie. Quando hai un simile successo rischi di andare fuori di testa: la popolarità travolge te e chi ti sta accanto». Non c'è da preoccuparsi, comunque: l'esposizione, l'attore 52enne, l'ha gestita benissimo. «Ho scritto un libro, una serie documentaria (su se stesso e il proprio rapporto con la medicina alternativa, ndr), ho recitato in un film di fantascienza. E poi dipingo: molti ritratti, quadri figurativi espressionisti. Finché sono a bordo di questa nave, mi godo il viaggio».

LA RICETTA

Un viaggio che ha cambiato la vita degli attori de La casa di carta, prima serie spagnola a vincere un Emmy, prima ad avere un adattamento coreano (per misurare il privilegio: lunedì Alonso si è concesso un bagno nella fontana di Trevi a mo' di Anita Ekberg, davanti al sindaco di Roma Roberto Gualtieri). Ma allora, se la ricetta ha avuto successo, perché cambiarla? «Viviamo in un'epoca difficile, con tutte le guerre che sono scoppiate. Abbiamo scelto una rotta diversa per portare sollievo agli spettatori. Berlino è come uno spettacolo di magia: è pieno di fantasia, come uno show di illusionismo». Sul tema torna anche il collega Tristán Ulloa: «Non vogliamo tradire gli spettatori. Gli autori sono stati coerenti al progetto e noi ci fidiamo. Il mondo ha bisogno di luce: l'intrattenimento, se non è frivolo, può essere una forma di attivismo. Facciamo stare meglio le persone». Curioso che il ruolo dell'apostolo della luminosità sia toccato a un personaggio, Berlino, che pur molto amato non ha mai smesso di far discutere. La sua stessa uscita di scena, nel 2020, era stata voluta dagli stessi autori: troppo misogino per la sensibilità contemporanea, fu ucciso in sceneggiatura da un male incurabile.

LE EMOZIONI

«Berlino resta sempre ultra tossico, bugiardo e manipolatore. Ma è autentico nei sentimenti. Lo ritroviamo con tutte le contraddizioni che aveva ne La casa di carta, ma con più emozioni - spiega Alonso -. Certo non lo raccomanderei come riferimento culturale. Del resto anche per questo piace alla gente: i tipi tormentati vendono meglio». Nella serie anche un nuovo omaggio musicale all'Italia dopo Tozzi, Battiato e Bella Ciao nella serie originale: Felicità di Al Bano e Romina Power, cantata ieri a Roma, sulla Terrazza del Pincio, dal cast insieme ad Al Bano e 2500 fan. Se Berlino aprirà la strada a ulteriori spin off, sarà il tempo a dirlo. Gli attori, intanto, si mettono in fila: «Sarebbe come chiedersi se l'universo Marvel abbia una fine».
Ilaria Ravarino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA