Giampiero Gualandi, chi è il vigile urbano bolognese accusato di aver ucciso la collega Sofia Stefani

L'uomo, sessantadue anni, in passato era stato già denunciato per diffamazione dal sindaco di Anzola

Giampiero Gualandi, chi è il vigile urbano bolognese accusato di aver ucciso la collega Sofia Stefani
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Venerdì 17 Maggio 2024, 15:06 - Ultimo aggiornamento: 16:46

Giampiero Gualandi, questo il nome del vigile urbano che ieri pomeriggio nella sede della polizia locale di Anzola Emilia, in provincia di Bologna, ha ucciso la sua collega Sofia Stefani. Secondo le prime ricostruzioni, l'uomo, sessantadue anni, da tempo aveva una relazione extraconiugale con la donna, conosciuta sul posto di lavoro.

Sofia Stefani, il collega Giampiero Gualandi fermato per omicidio volontario. Contestati i futili motivi

Giampiero Gualandi, chi è

Classe 1961, sposato con due figli, una laurea in Giurisprudenza e una vita con la divisa.

Questo il ritratto di Giampiero Gualandi, il vigile urbano fermato per omicidio volontario dopo la morte dell'ex collega Sofia Stefani. Attualmente in servizio nella caserma di Anzola dell'Emilia, Gualandi aveva lavorato nella polizia municipale del Comune di Monterenzio, per poi ricoprire diversi incarichi di rilievo anche in quella di San Giovanni in Persiceto e  in quella dell’Unione dei Comuni Terre d’Acqua. Ad Anzola il 62enne era tornato nel 2020, dopo alcuni guai giudiziari per presunta diffamazione nei confronti del sindaco Giampiero Veronesi. Guai che hanno fatto seguito a quelli con il suo predecessore alla guida del comando di Anzola, Mauro Querzè, che nel 2001 lo denunciò per mobbing, vincendo la causa.

 

Gli insulti al sindaco di Anzola

Nel 2015 Giampiero Gualandi fu denunciato per diffamazione dal sindaco di Anzona Giampiero Veronesi. Alla base di tutto, la creazione di diversi profili falsi su Facebook con i quali lo avrebbe denigrato. Un fatto, questo, che ha portato al rinvio a giudizio per diffamazione aggravata, sostituzione di persona e continuazione del reato, ma che poi si è concluso con un'assoluzione per l’impossibilità di stabilire se il computer dal quale provenivano i commenti contro il primo cittadino fosse utilizzato solo da Gualandi o anche da altre persone. Almeno tre i profili falsi creati secondo la riscostruzione della polizia postale.

 

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