Toomaj Salehi, chi è il rapper ricordato sul palco del Primo Maggio di Roma: dagli arresti alla condanna, la sua storia

Il musicista 33enne era stato prima arrestato per accuse relative al contenuto delle sue canzoni e poi per avere partecipato alle proteste antigovernative scoppiate in varie città del Paese dopo la morte di Mahsa Amini

Toomaj Salehi, chi è il rapper ricordato sul palco del Primo Maggio di Roma: dagli arresti alla condanna, la sua storia
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Mercoledì 1 Maggio 2024, 20:44

Non solo musica. Sul palco del concerto del Primo Maggio di Roma c'è spazio anche per il ricordo e gli appelli. A parlare è stato Ermal Meta, che ha deciso di dedicare alcuni minuti a Toomaj Salehi, rapper iraniano condannato a morte in Iran.

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L'appello al Concertone

Un coro di “no” dal Concertone del Primo Maggio alla condanna a morte del rapper iraniano Toomaj Salehi.

A chiederlo alla platea, il conduttore Ermal Meta. La vicenda della scarcerazione del rapper iraniano condannato a morte, («solo perché al fianco delle donne», dice Noemi) ha trovato la solidarietà dell'intero pubblico del Circo Massimo. Ieri la proposta del Club Tenco di Sanremo che ha chiesto l'immediata scarcerazione del rapper.

La condanna di Toomaj Salehi

Il rapper iraniano Toomaj Salehi è stato condannato a morte per «corruzione sulla terra» da un tribunale rivoluzionario. Lo ha detto l'avvocato dell'artista, Amir Raesian, al quotidiano Shargh. Il musicista 33enne era stato arrestato in passato per accuse relative al contenuto delle sue canzoni mentre nel 2022 era stato incarcerato per avere partecipato alle proteste antigovernative scoppiate in varie città del Paese dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia perché non portava correttamente il velo, obbligatorio in pubblico in Iran. 

La confisca del telefono

Il rapper iraniano Toomaj Salehi, recentemente condannato a morte in relazione alla sua partecipazione a proteste anti governative nel 2022, non può più utilizzare il suo telefono cellulare mentre già si trova in carcere a Isfahan, nell'Iran centrale. Lo ha rivelato l'avvocato dell'artista, Amir Raesian, come riporta Iran International, spiegando che «durante una visita di suo padre è stato rivelato che il divieto (di utilizzare il telefono in carcere) è stato imposto a causa del fatto che (Toomaj Salehi) aveva condiviso informazioni sui social media». 

Politici e attivisti contro la pena capitale

Politici, attivisti e organizzazioni non governative hanno contestato la Repubblica islamica dopo che un tribunale rivoluzionario ha condannato a morte Toomaj Salehi. «Anche se le attenzioni globali sono ora rivolte ad altri luoghi, quel regime è rimasto della stessa ferocia e brutalità: non voltiamoci dall'altra parte, non dimentichiamoci di chi lotta per la libertà", ha scritto su X a proposito della condanna a morte del rapper la deputata del Pd Lia Quartapelle. «Questa sentenza non è basata sullo stato di Diritto e pertanto è completamente inaccettabile», ha affermato la deputata tedesca del partito Spd, Ye-One Rhie, definendo la condanna a morte «assurda e inumana» e chiedendo la liberazione dell'artista. «Questo verdetto non solo sottolinea evidenti difetti giuridici, ma costituisce anche una flagrante presa in giro del sistema giudiziario, ancora una volta utilizzato come arma dalle forze di sicurezza statali per reprimere il dissenso e perpetuare la repressione politica», ha affermato in un comunicato il Centro per i Diritti Umani in Iran, ong con sede a New York. «Oggi, questa notte e fino a che Toomaj non sarà libero grideremo il suo nome con una sola voce», ha scritto su X il noto attivista per i Diritti umani iraniano Hossein Ronaghi contestando la sentenza. «Dobbiamo agire prima che sia troppo tardi», ha affermato sui social media, definendo la sentenza «barbara», Masih Alinejad, nota attivista iraniana per i diritti delle donne che vive negli Stati Uniti. I sostenitori del rapper hanno anche lanciato una campagna sui social network con l'hashtag #SaveToomaj. 

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