Giurì d'onore Meloni-Conte, cos'è e perché è stato convocato, i precedenti

Giuseppe Conte aveva chiesto di procedere con il giurì d'onore per difendersi dalle "accuse denigratorie" da parte della premier Giorgia Meloni sul Mes. Il leader del M5s è stato sentito il 18 gennaio, il 19 è il turno della presidente del Consiglio.

Giurì d'onore tra Giuseppe Conte e Giorgia Meloni, ecco cos'è e come funziona
di Monica De Chiari
5 Minuti di Lettura
Venerdì 19 Gennaio 2024, 13:24

“Il giurì d'onore chiesto alla Camera da Giuseppe Conte sulle parole di Giorgia Meloni si farà”, lo presiederà Giorgio Mulè ed auspico che si possa dirimere la questione”, aveva annunciato il presidente della Camera Lorenzo Fontana. “Una scelta doverosa ed apprezzabile", era stato il commento del leader M5S. Ma andiamo con ordine. Lo scorso 18 dicembre il presidente del M5S Giuseppe Conte in conferenza stampa aveva fatto sapere di aver consegnato al presidente Fontana “una richiesta di istituire un giurì d'onore" per "accertare le menzogne denigratorie del presidente del Consiglio Giorgia Meloni" in Aula sul Mes

Cinque giorni prima, il 13 dicembre intervenendo in Senato, la premier aveva accusato il governo guidato da Giuseppe Conte di aver dato l'assenso alla ratifica del Mes nel gennaio 2021, “L’ha fatta il governo Conte, l’ha fatta senza mandato parlamentare e un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari correnti contro il parere del Parlamento, senza dirlo agli italiani, senza metterci la faccia, con il favore delle tenebre" queste erano state le parole di Giorgia Meloni.

La premier porta con se un fax che mostra all'aula, documento nel quale l'allora ministro Luigi Di Maio autorizzava a ratificare l'accordo di modifica del Mes, datato 20 gennaio 2020 giorno in cui Di Maio chiese la ratifica ufficiale. Il governo poi si dimise 6 giorni più tardi. Dalle parole ai fatti. All’accusa, Giuseppe Conte ha risposto prima con un video pubblicato sui suoi profili social e poi con la richiesta di un giurì d’onore, dopo “aver avvertito Fontana e il presidente Mattarella”.

Le date della commissione d'indagine 


La macchina giuridica è partita. Secondo il calendario stilato dalla commissione d'indagine, giovedì 18 gennaio è stato ascoltato Giuseppe Conte mentre oggi è toccato alla premier Giorgia Meloni. E' durata un'ora e mezza l'audizione del leader del M5s che all'uscita si è limitato a dire che per ora "è tutto secretato" e di aver portato con se "una montagna di fascicoli e documenti". Una volta ascoltata anche la versione di Giorgia Meloni, la commissione d'indagine dovrà riferire alla Camera entro il 9 febbraio. 

Cos'è il giurì d'onore e come funziona 


Lo strumento del Giurì d'onore è istituito in base all'articolo 58 del Regolamento, secondo il quale "quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al presidente della Camera di nominare una commissione la quale giudichi la fondatezza della accusa; alla commissione può essere assegnato un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera, la quale ne prende atto senza dibattito né votazione". Per fare in modo che questo organismo parlamentare sia attivato sono necessari tre elementi, primo fra tutti l'addebito personale e diretto di un parlamentare nei confronti di un altro nel corso di una discussione; in secondo luogo non si deve trattare dell'espressione di un giudizio o un'opinione ma l'attribuzione di fatti determinati; infine che la Commissione di indagine, che non ha poteri coercitivi, possa acquisire elementi di conoscenza in ambito parlamentare o attraverso testimonianze spontanee da parte degli interessati. A farne parte vengono chiamati solitamente componenti dell'Ufficio di presidenza che non appartengano agli stessi Gruppi dei deputati protagonisti della controversia, in questo caso Fdi ed M5S.  Non è previsto che il Giurì proponga o commini sanzioni, prerogativa che spetta all'Ufficio di presidenza, ma è chiamato a svolgere un'istruttoria sui fatti oggetto della controversia sentendo i diretti interessati e quindi a sottoporre le proprie conclusioni all'Aula, che si limita a prenderne atto.

I precedenti

Per il governo Meloni si tratta della seconda richiesta di un giurì d'onore da quando si è insediato, il primo era stato richiesto dal Pd nel febbraio scorso dopo le affermazioni di Giovanni Donzelli (FdI) in Aula sul caso Cospito; il deputato di Fratelli d'Italia aveva accusato il Pd di fare gli interessi dei mafiosi al 41 bis dopo la visita all'anarchico di tre deputati Dem in carcere a Sassari il 12 gennaio per verificare il suo stato di salute dopo più di cento giorni di sciopero della fame. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, aveva nominato la "commissione d'indagine" richiesta dai dem per “giudicare la fondatezza delle accuse" nei loro confronti. Il giurì era presieduto da Sergio Costa e composto da Fabrizio Cecchetti, Annarita Patriarca, Roberto Giachetti e Colucci. La pratica si concluse con la ritrattazione di Donzelli e la sua assoluzione. Nelle passate legislature Giurì d'onore sono stati istituiti nel 2004 per il caso di Benito Paolone di An e Franco Barbato di Italia dei Valori nel 201o e 2012. A volte la costituzione del Giurì viene evitata grazie alle scuse dell'accusatore, come nel caso di Maurizio Paniz (Forza Italia) che l'11 settembre 2009 si scusò con Marco Minniti per le sue affermazioni dei giorni precedenti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA