Decreto Rave, corsa alla Camera: il governo verso la fiducia

Il decreto introduce un nuovo reato

Il provvedimento dev'essere convertito in legge entro venerdì, pena la decadenza. E le opposizioni annunciano battaglia a colpi di ostruzionismo
di Andrea Bulleri
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Martedì 27 Dicembre 2022, 16:56 - Ultimo aggiornamento: 18:10

Una pletora di deputati iscritti a parlare (più di 98) e tempi parlamentari che rischiavano di allungarsi ben oltre la linea rossa tracciata dal governo sul calendario, quella del 30 dicembre. Per questo il decreto Rave, il provvedimento varato dall’esecutivo per prevenire raduni illegali come quello di Modena dello scorso novembre, alla fine sarà convertito in legge con il ricorso alla fiducia. La decisione era nell’aria già ieri, e la comunicazione ufficiale dell’esecutivo potrebbe arrivare nel pomeriggio, intorno alle 17. 

Rischio decadenza

Troppo elevato il rischio che il decreto, che introduce un nuovo reato (punendo “chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui”), ma che contiene anche il reintegro per i sanitari no-vax e modifiche alle norme sull’ergastolo ostativo, finisse per decadere, come previsto alla scadenza dei sessanta giorni dalla sua entrata in vigore.

Dunque, sarà fiducia. Il voto potrebbe essere calendarizzato per domani pomeriggio. E le opposizioni annunciano battaglia, puntando a far impantanare la maggioranza con tutti gli strumenti a disposizione (ostruzionismo in primis). 

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Ci avevano già provato in mattinata, Pd, M5S e Terzo polo, per una volta uniti in un obiettivo comune: più di 98 i deputati iscritti a parlare con l’obiettivo manifesto di mandare per le lunghe la discussione generale. Tanto che nel primo pomeriggio il centrodestra ha proposto di chiudere il dibattito  e passare alle pregiudiziali di costituzionalità (proposta approvata con un voto a maggioranza). Più tardi arriverà la richiesta di fiducia, e la seduta si aggiornerà a domani. Ma ciò non significa che la strada sarà tutta in discesa, anzi. “Anche con la fiducia, possiamo comunque presentare e discutere ordini del giorno… E lo faremo, in gran numero”, anticipa Roberto Morassut del Pd, intercettato in Transatlantico.

Taglio dei tempi

Ogni ordine del giorno, si fanno i calcoli a Montecitorio, può portare via cinque-dieci minuti, da moltiplicare per gli oltre 130 deputati delle opposizioni dal momento che le minoranze, per una volta, sono tutte d’accordo contro il decreto. Insomma: all’esecutivo non potrebbe restare altra scelta che quella della “tagliola”, un meccanismo parlamentare che impone di passare direttamente al voto tagliando i tempi del dibattito. I precedenti ci sono (nella scorsa legislatura, ad esempio, la tagliola fu annunciata dalla presidente Laura Boldrini per convertire in tempo il decreto imu-Bankitalia). Ma c’è da aspettarsi che l’opposizione venderà cara la pelle. 

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I malumori di FI

Qualche malumore, nel frattempo, arriva anche dalle parti di Forza Italia. Dove Alessandro Cattaneo annuncia che, nonostante il gruppo voterà compatto a favore, sul reintegro dei no-vax il partito azzurro resta contrario: «Il dl rave, che arriva alla Camera con tempi molto stretti, contiene una serie di interventi importanti. Tra le altre cose, c'è anche la norma che anticipa il reintegro dei medici no vax su cui, lo dico con chiarezza, Forza Italia ha grandi perplessità - spiega -  Senza alcun imbarazzo, siamo convinti che sul tema dei vaccini non possano e
non debbano esserci ambiguità o esitazioni. Detto questo, Forza Italia non farà mancare i suoi voti, considerando il decreto un'occasione anche per aprire il dibattito sul grande dossier della giustizia: è un primo approccio, un fischio di inizio per una riforma del sistema». 

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