Doppio cognome ai figli, apertura del centrodestra. Dall'ordine alle regole tra fratello e sorella: i nodi da sciogliere

È quanto ha già stabilito un anno e mezzo fa la Corte Costituzionale con una storica sentenza che ha dichiarato illegittima la previsione - contenuta nell'articolo 262 del codice civile - di un'attribuzione automatica del cognome paterno

Doppio cognome ai figli, apertura del centrodestra. Dall'ordine alle regole tra fratello e sorella: i nodi da sciogliere
di Francesco Bechis
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Venerdì 29 Dicembre 2023, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 09:09

Figli di mamma, oltreché di papà. Dopo decenni di battaglie, ostruzionismi e rinvii, in Italia si apre una finestra per approvare una legge sul "doppio cognome". E permettere così a una famiglia di assegnare ai propri figli il cognome della madre insieme a quello del padre. O solo uno dei due. Senza distinzioni e vincoli. Bisogna affacciarsi nella stanza della Commissione Giustizia del Senato per sondare le chance di questa piccola rivoluzione dell'anagrafe.

L'ITER

Qui, a Palazzo Madama, la presidente e senatrice leghista Giulia Bongiorno ha dato il via libera per incardinare a gennaio due proposte di legge dell'opposizione, a firma dei parlamentari di Pd e Cinque Stelle Alfredo Bazoli e Alessandra Maiorino. Si aggiungono a una lunga lista di iniziative normative, trasversali ai partiti, che negli anni hanno chiesto di voltare pagina partendo dallo stesso assunto: dare alle donne pari dignità in un rapporto di coppia. Permettere che il cognome del figlio sia deciso secondo la comune volontà dei genitori e non per un automatismo di legge. È quanto ha già stabilito un anno e mezzo fa la Corte Costituzionale con una storica sentenza che ha dichiarato illegittima la previsione - contenuta nell'articolo 262 del codice civile - di un'attribuzione automatica del cognome paterno. E sulla materia è intervenuta nel giugno del 2022 una circolare del Viminale che ha istruito i sindaci italiani aprendo all'assegnazione di entrambi i cognomi. Nei fatti, il diritto è rimasto sulla carta. Lo dimostrano i numeri. Dalla sentenza della Consulta, a Milano è stato registrato con il doppio cognome il 16% dei neonati, e l'11% solo con quello della madre. A Roma, tra giugno 2022 e ottobre 2023, solo il 9,95 per cento dei neonati è stato iscritto all'Anagrafe con il doppio cognome. «La Corte Costituzionale ha chiesto un intervento organico, serve una legge per definire il modello da scegliere», spiega Bongiorno. Non basta una circolare, ad esempio, a dirimere tante questioni in sospeso. Con quale ordine assegnare i cognomi? E poi, come evitare che i nipoti abbiano quattro cognomi? O che fratelli e sorelle ne abbiano due diversi? La palla è dunque al Parlamento e forse è la volta buona per non spedirla in tribuna. Del resto ad aprire al doppio cognome, sia pure con diversi gradi di entusiasmo, c'è tutto il centrodestra. Da Forza Italia a Fratelli d'Italia fino alla Lega. Dove prevale un certo scetticismo ma si fa sentire eccome la voce dell'avvocato Bongiorno, pronta sempre a salire di decibel se di mezzo ci sono i diritti delle donne. Anche da Palazzo Chigi sarebbe stato acceso un semaforo verde, spiega Repubblica.it. Giorgia Meloni non ne fa una priorità dell'agenda, ma non è affatto contraria, anzi. E chissà che la premier, ora anche "single-mother", non voglia un giorno scrivere nero su bianco all'anagrafe il suo cognome accanto al nome della "sua" Ginevra. In sintesi, le diverse proposte incardinate tra Camera e Senato prevedono la possibilità di conferire il cognome paterno o materno nell'ordine definito dai genitori. Fin qui è tutto chiaro. Il diavolo però è nei dettagli.

I DETTAGLI

Si proverà a mettere ordine dal Senato. La novità da registrare, intanto, è un'iniziativa trasversale alle forze politiche. Aiuta il tempismo, certo. La preoccupante escalation di femminicidi nel nostro Paese e l'onda emotiva che ha travolto gli italiani per il caso di Giulia Cecchettin, la ragazza veneta assassinata dal suo ex fidanzato, hanno favorito lo sprint delle aule sui dossier che tutelano i diritti delle donne. Fra questi ecco riaffiorare dalle sabbie mobili dei lavori parlamentari la legge sul doppio cognome. Un'occasione per la politica italiana di abbattere un altro "tetto di cristallo".

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