Giuliano Amato a capo del comitato sull'intelligenza artificiale, Meloni «irritata». Ecco perché è un caso politico

L'ex presidente della Corte costituzionale guiderà la commissione algoritmi, nata per valutare l'impatto dell'IA sull'editoria e l'informazione

Giuliano Amato a capo del comitato sull'intelligenza artificiale, Meloni «irritata». Ecco perché è un caso politico
di Andrea Bulleri
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Mercoledì 25 Ottobre 2023, 20:00 - Ultimo aggiornamento: 20:01

Prima l'irritazione fatta trapelare dagli uffici della premier. Poi, i dubbi di Matteo Salvini. «Condivido le perplessità del presidente Meloni - ha detto dall'assemblea dell'Anci a Genova il ministro dei Trasoporti - Mettere un costituzionalista ad occuparsi di intelligenza artificiale lo trovo curioso». Continua ad alimentare polemiche la nomina di Giuliano Amato a capo della cosiddetta "commissione ai".

Un'irritazione, quella di Meloni, che - viene fatto sapere - avrebbe riguardato non tanto il nome del giurista ed ex presidente della Corte costituzionale, quanto il metodo con cui il suo profilo è stato individuato. «Non ne sono stata informata», ha fatto sapere in sostanza la premier. E se il caso sembrava chiuso con le scuse di Barachini - che ha parlato di un "disguido comunicativo" da parte dei suoi uffici -, oggi a cannoneggiare contro Amato è tornato il vicepremier Salvini. Che ha messo nel mirino il profilo di Amato, quello di un costituzionalista, che non si sarebbe mai occupato dei temi legati all'intelligenza artificiale. Critiche rimbalzate pure in Transatlantico, dove c'è chi - tra Lega e FdI - non lesina ironie sull'età di Amato, che ha 85 anni, mentre il suo omologo britannico a capo di un comitato analogo, Ian Hogarth, ne ha 38, e viene descritto come uno dei massimi esperti di IA. Amato, va detto, dopo le critiche aveva fin da subito rimesso il proprio mandato nelle mani di Barachini. Che però lo ha confermato, annunciando che «dopo il chiarimento con Meloni la commissione ha iniziato i propri lavori».

I compiti del Comitato

Ma cosa dovrebbe fare, concretamente, il comitato? Tra i primi obiettivi del nuovo organo, ha spiegato lo stesso Barachini, c'è quello di elaborare «entro tre mesi» una prima relazione, che analizzi «le ricadute dell'intelligenza
artificiale nell'ambito editoriale».

A cominciare, solo per fare un esempio, dai molti video e foto deepfake che circolano ormai da mesi sul web, ritraendo spesso personaggi noti (come Papa Francesco o Donald Trump) in pose e comportamenti del tutto fittizi, ma in grado di apparire assolutamente reali anche a un occhio esperto. 

A far parte del comitato guidato da Amato ci saranno esperti del settore, ingegneri informatici e professori «dei principali atenei italiani». Dopo la prima riunione di ieri, il prossimo incontro è previsto per il 7 novembre, quando verranno ascoltati in audizione i vertici della Fieg (la Federazione degli editori dei giornali). Il comitato analizzerà quindi «limiti e opportunità dell'intelligenza artificiale nell'ambito dell'informazione». E potrà, qualora lo ritenga, elaborare proposte da sottoporre al governo e al Parlamento. 

Così fuori dall'Italia

Il governo italiano non è l'unico a muoversi sulla nuova frontiera dell'intelligenza artificiale. Le iniziative di Roma, infatti, arrivano dopo che nel 2021 l'Ue ha cominicato il percorso dell'IA Act. La proposta di legge europea, approvata a giugno 2023, definisce, tra le altre cose, una serie di limitazioni agli usi dell’IA, oltre a imporre obblighi di trasparenza per l’intelligenza artificiale generativa. Tuttavia, non entrerà in vigore prima del 2025. Anche gli Stati Uniti si stanno muovendo, con una sorta di adesione volontaria da parte delle grandi aziende tecnologiche (Google, Meta, OpenIA) per stabilire a una serie di principi etici di base sull'uso degli algoritmi. 

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