La data per le riaperture non c’è ancora. Ma, per la prima volta, Mario Draghi dà un chiaro segnale che quel momento non è lontano. Il concetto, espresso ieri durante un incontro a cui ha risposto a tutte le domande dei giornalisti, è chiaro. Le riaperture potranno iniziare una volta che saranno coperte con i vaccini la fascia di popolazione più a rischio: gli over 70. «È venuto il momento», ha detto il presidente del Consiglio, «di prendere decisioni» sulle fasce di età per le vaccinazioni. Sarà questo «al centro delle riaperture».
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— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) April 8, 2021
Vaccinazioni, bisogna accelerare
Più le Regioni vaccineranno in fretta gli over 70, più rapidamente potranno riaprire le attività economiche.
Le strade
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Evocati i furbetti
Ancora una volta, poi, il presidente del Consiglio ha usato parole dure per i “furbetti” della dose, tutte quelle categorie e quelle persone che saltano la fila per essere immunizzati prima. «Con che coscienza la gente salta la lista sapendo che lascia esposto a rischio concreto di morte persone over 75 o persone fragili?», ha detto. E ha citato le «platee di operatori sanitari che si allargano» a dismisura. La ripartenza, la fiducia nel futuro, sono stati i messaggi che Draghi ha cercato di far passare. Il prossimo scostamento di bilancio ha detto, sarà più consistente di quello da 32 miliardi approvato a gennaio. E nel decreto che seguirà, non ci saranno soltanto indennizzi per le categorie più colpite, quelle che, ha ricordato, disperate stanno manifestando in piazza. «Naturalmente condanno la violenza», ha premesso Draghi. Ma ha aggiunto che è «normale» chiedere di riaprire: «È la migliore forma di sostegno all’economia, ne sono consapevole e capisco la disperazione e l’alienazione di chi protesta».
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L'economia e la ripartenza
Ci saranno anche aiuti alla ripartenza dell’economia. Poi ha confermato che il prossimo 30 aprile l’Italia presenterà il suo Recovery plan all’Unione europea. Non ci saranno ritardi. Sui temi economici, dalla golden power all’Alitalia, Draghi si è soffermato molto. A chi gli chiedeva se fosse d’accordo con l’uso dei poteri speciali del governo per bloccare operazioni di acquisizione dall’estero, Draghi ha risposto che la sua posizione è in linea con quella del ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti. «La golden power è uno strumento del governo per evitare la cessione di asset strategici a potenze straniere», ha detto. e «va usato». Su Alitalia, bloccata in un infinito negoziato con la Commissione europea, il presidente del Consiglio ha usato toni particolarmente duri. «Non accetteremo discriminazione arbitrarie da parte dell’Ue», ha detto.
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Il piano
Sul tema del Recovery, oggetto di confronto ieri con i presidenti delle Regioni, Draghi ha detto che «è venuto da concludere che in fondo noi non abbiamo credibilità come capacità di investire, l’abbiamo persa tantissimi anni fa, ma non perché non si volesse investire». Dunque «bisogna cambiare tutto per diventare credibili. E bisogna cambiare tutto per superare gli ostacoli a livello politico, istituzionale, amministrativo, contabile e anche giudiziario». Poi ha spiegato che ci sarà una regia «politica», a Palazzo Chigi e con tutti i ministri interessati. Una struttura centralizzata di controllo, «l’unica forma di presenza del governo nel Pnrr», e la responsabilità diretta di Comuni, Province e Regioni sui 200 miliardi di interventi del Recovery Plan. Sul comportamento del presidente turco Tayyip Erdogan nei confronti di Ursula Von der Leyen, Draghi ha parlato di «umiliazione» per il presidente della Commissione Ue, definendo il presidente turco un «dittatore». Con questi dittatori, di cui però si ha bisogno, ha aggiunto Draghi, bisogna collaborare, ma per collaborare «uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute e anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese, bisogna trovare l’equilibrio giusto». Dichiarazioni che hanno suscitato l’immediata reazione della Turchia che ha convocato l’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani.
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