E alla fine intervenne il Colle. In Italia devono essere garantiti «i diritti dei cittadini, che al Nord come nel Mezzogiorno, nelle città come nei paesi, nelle metropoli come nelle aree interne, devono poter vivere la piena validità dei principi costituzionali». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella fissa i paletti per l’autonomia differenziata. E lo fa da un luogo simbolico, per due motivi. Dall’assemblea annuale dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani. Da Bergamo, nel cuore della Padania dove c’è chi a gran voce chiede di tracciare un solco tra diritti e prestazioni al Nord e al Sud.
#Mattarella: Punti fermi sono la garanzia dei diritti dei cittadini, che al Nord come nel Mezzogiorno, nelle città come nei paesi, nelle metropoli come nelle aree interne, devono poter vivere la piena validità dei principi costituzionali pic.twitter.com/mC5oohIB25
— Quirinale (@Quirinale) November 22, 2022
IL MONITO
Il monito del Capo dello Stato va in direzione opposta.
LA FRENATA
Scuola, trasporti, perfino istruzione. Materie da sottrarre alla competenza statale per appaltarle alle regioni. Con l’inevitabile conseguenza di aggravare il divario sociale nella penisola, quando ancora devono essere definiti i livelli essenziali delle prestazioni. Le autonomie, ha ricordato ieri Mattarella dal palco dell’Anci, sono già «protagoniste nel processo democratico che innerva e irrobustisce il percorso dell’unità europea». Di più: «La coesione del Paese passa anche e, vorrei dire, soprattutto, dai comuni. Sono compiti di straordinario rilievo che richiedono un impegno condiviso e solidale».
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La sussidiarietà incastonata nella Costituzione si può attuare senza ricorrere a «scorciatoie», è il monito del Quirinale. «Sussidiarietà - spiega Mattarella - non significa scaricare le difficoltà sull’anello istituzionale più a diretto contatto con i cittadini ma piuttosto sostenerlo. Significa partecipazione. Condivisione e dialogo tra i vari livelli di governo». Semmai, è urgente «ridurre le distanze tra centro e periferie metropolitane, i divari tra chi gode di determinati servizi e chi invece li raggiunge a fatica». Perché, ricorda il Capo dello Stato, oggi «non sempre i diritti e i servizi riescono ad essere assicurati in modo eguale».
La rotta è tracciata. E difficilmente si potrà ignorare a Roma, dove già il premier Giorgia Meloni nei giorni scorsi ha cercato di calmare i bollori leghisti sull’autonomia chiarendo in una riunione con i ministri che un’eventuale revisione dell’articolo 116 della Carta avrà bisogno di contrappesi. Fra questi, la riforma del presidenzialismo promessa agli elettori e l’attribuzione di poteri e risorse speciali a Roma per allinearla alle grandi capitali europee. Tutto nel rispetto di una tabella di marcia imposta dall’emergenza. Dove svetta, oltre alla crisi energetica, la messa a terra dei fondi europei, un’occasione per colmare il gap di servizi e diritti che già divide in due lo Stivale. Di qui il richiamo di Mattarella: «Il Pnrr è un appuntamento che l’Italia non può eludere. Abbiamo l’opportunità di colmare ritardi strutturali».