L'articolo 1 della Costituzione ci dice che «l'Italia è una, non una somma di repubbliche e neanche una federazione di repubbliche e ci conferma nei fatti che la Costituzione è estremamente giovane perché è stata fatta con tanta saggezza. Per questo si è dimostrata in grado di adattarsi con efficacia situazioni nuove e non prevedibili in quei tempi». Lezione di diritto costituzionale del presidente della Repubblica in un "format" eccezionale al Quirinale: tra battute e sorrisi Sergio Mattarella ha parlato di Costituzione e dintorni con un gruppo di giovani creator riuniti nella"sala della Musica" in un dialogo senza filtri che ha spaziato dal digitale ai diritti, fino ad alcune osservazioni personali. Sergio Mattarella ha voluto far entrare il mondo dei creator e degli influencer (sottile la differenza tra queste due categorie social) nelle splendide sale del Quirinale attraverso una diretta youtube che ha permesso ai ragazzi di parlare dei diversi articoli della Carta con degli "shorts" di 60 secondi.
È bastato vedere chi fosse il conduttore del dialogo, Fabio Rovazzi (un filino emozionato) per capire quanto l'esperimento di ibridazione tra la prima delle istituzioni e il mondo dei social sia stata spregiudicata e certamente innovativa.
Certamente il presidente non sfiora neanche il tema caldissimo delle riforme che sono ormai avviate nel percorso parlamentare, ma è inevitabile per i cronisti cercare di trovare collegamenti con il premierato e l'autonomia. Certamente la sovranità popolare si esercita tuttora con il voto e il capo dello Stato lo certifica non nascondendo la sua preoccupazione per l'astensionismo: «Spero che torni a crescere la partecipazione al voto nelle elezioni. Quello, più di ogni altro, è il momento in cui il cittadino diventa protagonista, ed esercita la sovranità». Con un parterre così inusuale per i saloni del Quirinale non potevano mancare alleggerimenti e battute: come quando Rovazzi introduce il dialogo citando Spiderman ed è sembrato quasi vederlo arrampicarsi sugli specchi dorati del palazzo. Oppure quando Mattarella confessa di essere «un po' emozionato» di parlare con interlocutori così giovani. Fino a provare ad immedesimarsi nel ruolo del creator. Se lo fossi parlerei di giustizia sociale: mi chiederei e chiederei »perché vi sono bambini e ragazzi che vivono bene, hanno tante opportunità e altri, in altre parti del mondo, che faticano per sopravvivere».