Nuovo codice della strada, moto e scooter 125 in autostrada e tangenziale: le novità dell'emendamento

In commissione Trasporti della Camera inizia la modifica del Codice della Strada

Gli scooter 125 cc potranno circolare in autostrade e tangenziali: ok emendamento della Lega
di Michele Di Branco
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Mercoledì 7 Febbraio 2024, 20:10 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 14:00

Il governo apre le autostrade a moto e scooter di 125 cc. La commissione Trasporti della Camera ha approvato un emendamento al disegno di legge di riforma del Codice della Strada che autorizza la circolazione di questi modelli di due ruote su autostrada e tangenziale. Il provvedimento dà il libero accesso agli ottavi di litro alle arterie a scorrimento veloce e consente così all’Italia di allinearsi agli altri paesi europei che già prevedono la circolazione di moto e scooter 125 in autostrada e sulle principali strade extraurbane. La novità prevede alcune limitazioni: il conducente dovrà infatti essere maggiorenne, munito di patente A, B o di categoria superiore, oppure munito da almeno due anni di patente A1 o A2. L’ok a questa riforma, già sfiorata nel 2019 quando il Parlamento discusse e poi accantonò il progetto, arriva dopo anni in cui non si era riusciti a superare le moltissime resistenze all’accesso sulle strade a pedaggio per questa tipologia di veicoli. Ora, dopo due pareri decisivi (in particolare della polizia stradale e dell’ufficio legislativo del ministero dei Trasporti) si è giunti a questo passo. 

Guida in stato d'ebbrezza, patente ritirata e denuncia. Sei segnalazioni per possessori di droga

SCELTA LOGICA

Una scelta che, fanno filtrare fonti impegnate su questo dossier, ha una logica «considerato che il 60% dei 125 cc in circolazione sulle nostre strade ha una potenza pari o addirittura superiore ai modelli compresi tra i 150 e i 200 cc».

L’emendamento, in sostanza, modifica l’articolo 175 comma 2 del codice stradale che consente la circolazione solo ai veicoli dai 150 cc in su prevedendo tra l’altro, per i trasgressori, una sanzione amministrativa di importo compreso fra 42 euro e 173 euro, oltre all’obbligo di abbandonare immediatamente l’autostrada e alla perdita di due punti dalla patente. La svolta è stata salutata con soddisfazione dalla Lega. «Si tratta di un intervento di buonsenso atteso da anni, che allinea il nostro Paese al resto dell’Europa e che, a parità di prestazioni, semplifica la vita a famiglie e utenti delle due ruote. Ora avanti tutta con l’approvazione finale in Parlamento per sanare un’anomalia tutta italiana» ha commentato il partito del vicepremier, Matteo Salvini. Positiva anche la reazione dei produttori. «Non solo l’Italia si metterà finalmente al pari con il resto dell’Europa, dove è già consentito il transito, ma lo scenario che si prospetta, per il quale l’associazione si sta spendendo da anni, rappresenterebbe un risultato molto importante per i produttori, l’industria di riferimento e per gli utenti della strada» ha spiegato Paolo Magri, presidente Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori). Il quale ha aggiunto che «è evidente che l’introduzione di questa misura arriva in un momento molto importante per la mobilità e le due ruote». Non critica il provvedimento l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada. Sergio Romano responsabile della sede romana commenta: «Tecnicamente parlando, che la cilindrata sia 125 o 150 poco cambia, le particolarità tecniche sono evolute, oltretutto in autostrada il limite è di 130. Ma è fondamentale che in sella ci sia un maggiorenne che si presuppone abbia già la patente e una maggiore coscienza nella guida». Nei prossimi giorni la commissione Trasporti della Camera proseguirà l’esame degli emendamenti alla riforma del codice stradale. Tra i temi che restano in discussione, figurano le modifiche sulla destinazione dei proventi delle violazioni accertate dalla polizia locale. Secondo talune forze bipartisan l’eccessiva specificazione nella destinazione rischierebbe di mettere in difficoltà gli enti locali. Sul tavolo anche il tema dei certificati professionali di guida. 

MAGGIORE SEVERITÀ

Occorre ricordare che il testo della riforma approvata a giugno, e composta da 18 articoli, opera un energico giro di vite nei confronti delle condotte imprudenti con un inasprimento delle sanzioni per chi si mette alla guida sotto l’effetto di alcol e droghe, con particolare attenzione per i recidivi. In generale, nessun ritocco agli attuali limiti alcolemici. Tasso alcolemico zero, invece, per mettersi al volante se si è stati già condannati per aver guidato in stato di ebbrezza e obbligo di montare sull’auto l’alcolock, dispositivo che impedisce la messa in moto se il tasso alcolemico supera lo zero. Per chi fa uso di droghe, non sarà necessario provare l’alterazione, una volta fermati basterà risultare positivo al test rapido per far scattare la revoca della patente e il divieto di conseguirla per tre anni.

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