L'Unione Europea si prepara ad abbandonare la mappa del contagio, sino ad oggi stella polare per definire le aree più colpite dal coronavirus e dunque sottoposte a maggiori restrizioni di viaggio, in favore di un approccio «individuale». Ovvero conterà lo status personale del cittadino - con vaccinazione completa, guarito dal Covid oppure dotato di tampone - e non l'area di provenienza. Una semplificazione notevole che va nella direzione sempre auspicata dalla Commissione, l'approccio «comune e coordinato», cercando di limitare una ridda di norme nazionali che rendano la vita impossibile ai viaggiatori - che pure godono del diritto di libero movimento all'interno dei confini Ue, uno dei pilastri su cui si basa il sogno europeo.
Via mappe e restrizioni, ecco cosa cambia
La quadra sarebbe stata trovata dai 27 ambasciatori presso l'Ue con una bozza, anticipata da El Pais, che approderà al consiglio affari generali di martedì prossimo.
L'ombrello-Ue cerca insomma di recuperare centralità, dopo che l'approccio condiviso stabilito a inizio della crisi, e che tutto sommato ha tenuto sino ad ottobre, è entrato in affanno con il sorgere all'orizzonte dell'ultima - contagiosissima - variante. Ormai peraltro divenuta «prevalente» nell'Ue. Ecco allora il proliferare di misure aggiuntive decretate dagli stati membri e l'Italia - dove si valutano soluzioni sulla scadenza dei Green Pass che da febbraio scenderà a 6 mesi - in questo, si è distinta per un approccio tra i più severi. La Commissione, ancora lo scorso venerdì, ha ribadito però di non avere frecce a disposizione nella faretra poiché, com'è noto, la sanità «è competenza» dei governi nazionali. Se la raccomandazione sarà approvata a livello europeo, spetterà infatti alle 27 capitali decidere se seguirla o meno.
«La frammentazione e i messaggi discrepanti aumentano l'incertezza, indeboliscono la fiducia nella vaccinazione e riducono il senso di accettazione delle misure di sanità pubblica e delle raccomandazioni che noi facciamo ai cittadini», era stato l'avvertimento della commissaria Ue Stella Kyriakides alla riunione straordinaria dei ministri della Sanità Ue convocato dalla presidenza francese proprio per cercare di mettere un punto alle spinte centrifughe nelle misure anti-Covid.