Le nuove norme/ Sms alla guida, dopo i divieti servono i controlli

di Paolo Graldi
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Martedì 14 Agosto 2018, 00:36 - Ultimo aggiornamento: 00:39
Da gioco pericoloso a reato. Da trasgressione veniale cancellata con una multa a stangata a sanzione salatissima: ritiro immediato della patente con restituzione chissà quando, magari mai più. Instancabile nell’attività di ministro dei Trasporti, sezione muscolare dei Cinque Stelle sul fronte della lotta all’immigrazione, Danilo Toninelli, si è prodotto in un affondo micidiale.

Proprio nei giorni dell’anno di più intenso traffico: guerra senza quartiere agli sconsiderati che tengono volante e smartphone tra le mani durante la guida. 
Il ventaglio dei trasgressori e delle varianti è assai ampio: dalle chiacchierate in viaggio senza cuffie o vivavoce, con l’apparecchio attaccato all’orecchio, alle chat di sms, autentiche conversazioni, meglio se infarcite di emoticon, le faccette che pretendono di narrare le emozioni meglio delle parole. Le quali, infatti, scarseggiano per povertà di vocabolario e a causa del fatto che, ormai, il linguaggio delle faccette ha preso il sopravvento su tutti gli altri. 

Dunque, si cambia. Dalle multe in vigore (da 161 a 646 euro) e al taglio di cinque punti sulla patente, Toninelli vuol passare a misure più drastiche e dissuasive, il ritiro immediato della patente. Chi viene colto in flagranza di telefonino fa il piacere di scendere dalla macchina, subito, senza discussioni. Il ministro dei Trasporti sa di giocare sul velluto, fa la voce grossa e però, dati alla mano, è difficile dargli torto: l’Italia è lontanissima dal traguardo di zero morti sulle strade fissato nel 2050 ed è costretta a misurare una crescita impressionante di lutti proprio a causa di distrazioni alla guida. 35 mila su 223 mila gli incidenti l’anno scorso provocati dall’uso scorretto degli smartphone, certifica l’Istat. Uno su cinque in più di alcool e stupefacenti. 
Secondo l’Aci, poi, un incidente su quattro è imputabile alla distrazione e i cellulari sono la principale fonte di pensieri non concentrati sulla strada. 
È come se, maneggiando l’apparecchietto per dieci secondi, a cinquanta chilometri all’ora, percorressimo centoquaranta metri con una benda sugli occhi: un tempo infinito durante il quale davanti, dietro e intorno a noi possono accadere mille situazioni che richiedono un nostro immediato intervento. 

Sempre a caccia di primati negativi nei comportamenti, noi italiani, primeggiamo in Europa: un terzo in più dei cugini oltrefrontiera ci vede impegnati a leggere o rispondere a messaggi email. 
E’ chiaro: il possesso ormai generalizzato degli smartphone incide direttamente sulle statistiche sicché si osserva una espansione davvero preoccupante di un fenomeno forse troppo a lungo sottovalutato negli effetti diretti e indiretti e, comunque, strettamente collegato a una cultura della trasgressione, della convinzione “a tutti gli altri ma non a me”, solo i poco furbi corrono rischi. 
Alex Zanardi, già sfortunato campione bolognese di Formula Uno, uomo di straordinaria intelligenza ed empatia, ha lanciato una campagna con uno spot tv nel quale mostra di usare a rovescio la cover del telefonino mentre è alla guida, così tanto per non cadere nella tentazione di guardarlo se si accende lanciando qualche messaggio. 

Il messaggio può attendere, come il paradiso e peggio l’inferno, sembra dire il campione mostrando prontezza nella frenata mentre un ragazzino, quello sì distratto, gli attraversa improvvisamente la strada. 
Frenata a tempo, provvidenziale. Dalle interviste lampo sul campo irradiate dai tg si capisce che la stretta di Danilo Toninelli incontra il massimo di comprensione e di adesione: tutti d’accordo, ci vuole la mano pesante. E le procure della Repubblica, dal canto loro, da un po’ di tempo all’interno dei rilievi sugli incidenti chiedono alla Polizia Stradale di accertare se tra le persone coinvolte, oltre a alcool e droghe, sia da mettere in conto anche l’uso distraente del cellulare. 

A questo proposito si attendono i riscontri sui tabulati telefonici relativi al telefonino dell’autista che ha causato il gravissimo incidente della scorsa settimana a Borgo Panigale: la distrazione del conducente, che non si è accorto della fila di camion ferma davanti a lui e ha provocato il disastroso tamponamento, può essere stata indotta dall’uso improprio del cellulare. Questo è il sospetto. 
Si può sperare che il cambio di mentalità si affermi in fretta, come è accaduto per l’utilizzo delle cinture di sicurezza e, quasi ovunque (al Sud in particolare si registrano diverse eccezioni) per l’impiego del casco. 

Il “governo del cambiamento” attraverso il suo focoso ministro dei Trasporti ha lanciato la sfida e va aiutato a vincerla. Basta pensare che in ogni incidente almeno uno dei coinvolti ha torto, dunque non basta avere ragione se gli altri hanno sbagliato. Pretendere che tutti siano in regola è il minimo. 
Un solo dubbio. La guerra di Toninelli ha bisogno di tutti noi ma per adesso soprattutto degli agenti sulla strada e dei vigili in città: li troverà pronti e adeguati alla sfida? Senza un forte deterrente la guerra degli smartphone spenti sarà perduta e noi tutti saremo gli sconfitti.
 
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