Il protagonista è uno studente di origini ivoriane nato nel nostro Paese: A raccontare la vicenda, di cui si è occupato anche il Messaggero Veneto in edicola oggi, è la dirigente Nadia Poletto. «Mi sono emozionata - ha detto - perché lo studente ha messo grande passione in questa esecuzione, che si sentiva venire dal cuore. Del resto, essendo nato e cresciuto in Italia, non ha altri riferimenti che quello del nostro Paese». Il ragazzino, che non è cittadino italiano, è stato l'unico tra i compagni a optare per l'inno di Mameli tra i pezzi studiati nel corso dell'anno alle lezioni di educazione musicale: «Ha insistito per poter proporci proprio questa canzone - ha raccontato la dirigente - e durante l'esecuzione in commissione l'emozione è stata palpabile, anche per il trasporto del suo canto.
Quando gli abbiamo chiesto a quale nazione in realtà appartenesse, ha candidamente risposto: 'Mi sento italiano. E anche un pò ivorianò». Poletto ha invitato quindi a fare una riflessione sul futuro di tanti giovani: «Nel mio istituto, il 70% degli alunni stranieri è nato in Italia e soltanto il 30% vi è giunto a seguito di riconoscimenti familiari. Solo che non possono ancora avere la cittadinanza. Si tratta - ha concluso - di bambini e ragazzi che conoscono molto poco o per niente la lingua di origine, dal momento che spesso i genitori la semplificano per ragioni di praticità quotidiana».
© RIPRODUZIONE RISERVATA