Gli amici e i parenti della vittima: lui un violento, irascibile, il bulletto della scuola

Gli amici e i parenti della vittima: lui un violento, irascibile, il bulletto della scuola
di Alessia Marani
2 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Settembre 2017, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 12:14
dal nostro inviato
LECCE Un violento, irascibile, il bulletto della scuola e del paese. Un ragazzo dai mille problemi che sebbene abbia soli 17 anni annovera trattamenti sanitari obbligatori alle spalle e un'attenzione speciale da parte dei servizi sociali: eccolo il ritratto di L. M., il ragazzino che ieri mattina è crollato davanti al maresciallo della stazione dei carabinieri di Specchia (Lecce) e ha confessato l'orribile delitto di Noemi Durini, la fidanzatina di 16 anni. Era possessivo, geloso, non voleva che vedesse altri, come raccontano gli amici e i cugini di lei.

LA RABBIA
Quella notte maledetta l'aveva portata in un campo di ulivi a Castrignano del Capo, sulla strada per Santa Maria di Leuca, forse per appartarsi, invece l'ha ammazzata. Guidava l'auto del padre, una 500, nonostante non avesse nemmeno la patente. Ma era sicuro e spavaldo. Su quel terreno l'ha sepolta di pietre lasciandole scoperti solo i piedi. Pensava, questa volta sì ingenuamente come un ragazzino, che nessuno l'avrebbe mai trovata. Alla fine davanti al maresciallo Giuseppe Borrello ha ammesso: sono stato io, non era scomparsa, non si era allontanata da casa. Eppure in paese aveva negato fino all'ultimo.
L'altro giorno in un bar di Montesardo, dove abita, aveva incontrato il papà di Noemi. Hanno discusso. Il padre, disperato, lo ha affrontato: dillo dov'è, tu lo sai. Ma lui non ha ceduto di un millimetro. Anzi. Ha sfogato tutta la sua rabbia contro la Nissan Micra della barista parcheggiata fuori dal locale. Ha afferrato una sedia e l'ha scaraventata contro il finestrino. Un video ripreso da un passante con il telefonino ha immortalato la scena e ha fatto il giro del web. Chissà, forse quella notte tra il 2 e il 3 settembre con la stessa rabbia all'improvviso si è scagliato contro Noemi, indifesa.
Mamma Irma Rizzo se lo sentiva che quel ragazzo non avrebbe portato nulla di buono nella loro famiglia. Prima dell'estate era andata dai carabinieri a denunciarlo. Lui e Noemi avevano litigato furiosamente e lei era tornata a casa con qualche livido. I militari hanno girato quella denuncia per violenza privata alla magistratura minorile e lì quel fascicolo è rimasto, fermo su qualche tavolo insieme con tante altre scartoffie. Nessuna misura cautelare nei suoi confronti, nessun provvedimento. Un'unica conseguenza: l'inasprimento dei rapporti tra le due famiglie, quella di Noemi e quella di L. M.

LA PERQUISIZIONE
Ieri sera i carabinieri erano a casa di L. M. alla ricerca di elementi utili alle indagini. Bisogna capire se e che ruolo abbia avuto anche il papà del ragazzo. Ieri l'intero paese chiedeva le loro teste. Rabbia e voglia di giustizia è rimbalzata anche sui social. In tanti hanno stigmatizzato una frase scritta dal papà di L. M. sotto un post d'amore di Noemi per il fidanzatino: Un cancro, c'era scritto. Ora dovete pagare entrambi, i commenti inferociti lasciati ieri sulla pagina Facebook.