Migranti, nuovo naufragio: 6 morti. Almeno 70 vittime nella strage del gommone spezzato

Migranti, gommone si spezza: oltre 70 dispersi al largo della Libia
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Mercoledì 20 Giugno 2018, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 13:07
«Il gommone all'improvviso si è bucato nel mezzo e si è spezzato in due... è stata la fine..». È il racconto disperato e concorde dei 42 migranti superstiti salvati la settimana scorsa da un naufragio dalla nave Trenton, della marina militare Usa, al largo della Libia. Le vittime del naufragio sarebbero almeno 70. A bordo c'erano oltre 110 persone. Tra i morti, oltre allo scafista, anche una donna incinta e una giovane mamma con la sua neonata. Lo rivela Lucilla Garufi di InterSos, che viaggia a bordo di Nave Diciotti della Guardia costiera italiana, sbarcata ieri a Pozzallo con 509 migranti, nell'ambito del progetto Unicef della ong italiana. Altri sei corpi di migranti sono stati recuperati sulle coste libiche all'altezza di Gianzur, una ventina di chilometri a ovest di Tripoli. Lo ha segnalato con un messaggio all'ANSA il portavoce della Marina libica, Ayob Amr Ghasem, lasciando intendere che si tratta di un nuovo naufragio rispetto a quelli segnalati negli ultimi giorni. 

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La strage del gommone spezzato. I sopravvissuti, t
ra cui i familiari di alcune vittime, come tre sorelle di due nigeriane annegate fra i flutti del mar Mediterraneo, ricostruiscono il loro dramma con i volontari di Interos, associazione non governativa che ha personale a bordo di nave Diciotti. «Non abbiamo potuto fare alcunché per poterle salvare...», ripetono ancora commosse e tra lacrime di disperazione. Ma non sono le sole ad avere perduto un familiare nel naufragio: c'è anche un ragazzo che ha visto scomparire in mare suo fratello. Un dolore che non lo fa parlare ancora, difficile da superare. Sono tra i 42 scesi nella notte da nave Diciotti. Si riconoscono subito dagli altri: stanno insieme, sono smarriti e stanchi dopo un viaggio di sette giorni dopo il salvataggio, e non hanno voglia di parlare. Ma, forse, c'è anche la voglia di mettersi alla spalle l'orrendo viaggio su un gommone, di bassa qualità, che si fora, messo a disposizione da trafficanti senza scrupoli che hanno la garanzia di incassare i soldi comunque vada la traversata: i soldi li prendono in anticipo.
Secondo quanto riferito ai volontari di InterSos i «soccorsi della nave Trenton sono stati tempestivi», i militari statunitensi «hanno fatto il possibile per salvarci tutti».


A bordo della Diciotti approdata nella notte a Pozzallo in tutto c'erano quattrocento uomini, 71 donne, 36 minorenni maschi e due minorenni femmine. Le operazioni si sono concluse poco dopo le quattro. Tranne i ricoverati e alcuni casi speciali tutti sono stati condotti nel vicino hotspot presente nello stesso porto del Ragusano. Gli altri dieci prelevati ieri per problemi medici, per la maggior parte per disidratazione, cinque bambini, una bambina, tre donne e un uomo, stanno tutti meglio, compreso quest'ultimo che affetto da bronchite è stato già dimesso dall'ospedale. A bordo, è stato certificato, c'erano complessivamente 6 donne incinte (e non 30 come era stato reso noto prima dello sbarco) che sono state trasferite nell'ospedale di Modica.

Due feriti da arma da fuoco. Un uomo con ustioni da idrocarburi è stato ricoverato in un ospedale di Ragusa. Accertati circa 70 casi si scabbia, che vengono curati in un paio di giorni con farmaci specifici. Tra i migranti anche due uomini con cicatrici di ferite da arma da fuoco: uno a un braccio e l'altro a una gamba. C'è anche un uomo con esiti da frattura con fissatore esterno. 

Il cadavere di un uomo. La Diciotti ha portato a Pozzallo anche il cadavere di un uomo morto a bordo del Vos Thalassa, alle 5 del mattino del 16 giugno scorso, dopo l'ennesimo salvataggio compiuto dal mercantile nel Mediterraneo. Era insieme ad altri 33 migranti recuperati da Vos Thalassa. Secondo alcuni testimoni, era un giovane che sembrava molto malato e viaggiava da solo. La Procura di Ragusa sta valutando se disporre l'autopsia o se sarà sufficiente l'esame medico legale esterno per accertare le cause del decesso.

Sei morti in un altro naufragio. «Cinque migranti sono stati salvati e trasferiti all'ospedale di Janzur. Sei corpi sono stati recuperati», ha scritto il portavoce. «È stata ricevuta un'informazione su un'imbarcazione che trasportava migranti al largo di Janzur. In seguito si é scoperto che il gommone era affondato e i corpi di sei migranti erano stati spinti sulla costa», ha precisato inoltre il portavoce all'agenzia Xinhua. «Non sappiamo quanti migranti fossero a bordo», ha detto ancora Ghasem all'agenzia cinese, ipotizzando che il naufragio sia avvenuto lunedì o martedì dato che i corpi non sono decomposti.
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