Pamela, esclusiva del Messaggero/ Il nigeriano prima del suo arresto: «Non l'ho fatta a pezzi io»

Pamela, esclusiva del Messaggero/ Il nigeriano prima del suo arresto: «Non l'ho fatta a pezzi io»
di Rosalba Emiliozzi
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Domenica 11 Febbraio 2018, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 08:08

MACERATA «Non l'ho fatta a pezzi io». E mima il gesto di tagliare in quattro parti il braccio di Pamela. E' l'immagine choc di Desmond Lucky, 22 anni, nigeriano richiedente asilo, arrestato ieri per omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere della 18enne romana fatta in venti pezzi e riposta in due trolley trovati nella campagna di Pollenza, in provincia di Macerata.
 


Giovedì scorso, quando era solo un indagato in stato di libertà, nel primo pomeriggio era nella sala scommesse di Macerata. Assiduo frequentatore come altri trenta nigeriani che tutti i giorni vanno a giocare ai virtual game coi soldi raggranellati davanti alle chiese e ai supermercati o con l'attività di spaccio: puntano su corse finte di cani e di auto e su partite di calcio virtuali. «Sono Desmond Lucky» dice, il suo italiano non è dei migliori ma si fa capire. Parla con toni alti. Appare alterato.

I VIRTUAL GAME
«Io conosco Innocent, veniva a giocare qui e mi chiedeva sempre soldi, dammi i soldi, mi diceva al telefono e io gli davo soldi» ripete Desmond. Questo fino al 31 gennaio quando il corpo mutilato di Pamela Mastropietro è stato trovato in due trolley abbandonati sul ciglio della strada, a Casette Verdini di Pollenza. Il primo a essere arrestato è il pusher Innocent Oseghale, 29 anni, ex rifugiato che vive nell'attico di via Spalato, a Macerata, dove Pamela è stata vista entrare con lui e dove sono stati trovati i suoi vestiti sporchi di sangue, ma Innocent fin da subito getta la colpa dell'omicidio e dello scempio su Desmond: «È stato lui, gli ha venduto l'eroina, poi la ragazza si è sentita male e io sono scappato».

Desmond Lucky viene indagato prima per spaccio di eroina, poi anche per concorso in omicidio: dopo l'interrogatorio, il prelievo del Dna (tampone salivale) e il sequestro di indumenti e scarpe (analizzati per capire se è stato nella casa del delitto) viene rimesso in libertà. E lui torna alla sala scommesse, dove è abituato a stare e dove conosce tutti.

MADAME
«Innocent ha detto alla polizia che io ho tagliato madame - dice Desmond minando il gesto di spezzare il braccio con una mannaia in più punti - io no, non sono stato. Io non sono stato a casa di Innocent, non è vero quello che lui dice, io non ho tagliato madame».

Ma la sua versione non regge e ieri Desmond, dopo un lungo interrogatorio durato fino a tarda notte, viene arrestato con un suo presunto complice, preso alla stazione di Milano.
In tre sono in carcere. Caso chiuso.

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