Firenze, i test sulle studentesse accusano i due carabinieri

Firenze, i test sulle studentesse accusano i due carabinieri
di Cristiana Mangani
4 Minuti di Lettura
Lunedì 11 Settembre 2017, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 07:50

Dal nostro inviato
FIRENZE
Si presenterà domani in procura l'appuntato accusato, insieme a un collega, di aver violentato due ragazze americane. La decisione è stata combattuta ma, a meno di sorprese dell'ultimo minuto, anche per lui è arrivato il momento di ricostruire quella notte davanti al pm Ornella Galeotti. Lo inchiodano l'evidenza delle prove e i primi accertamenti effettuati in ospedale sulle giovani che confermano il rapporto sessuale recente.

LO SLITTAMENTO
In realtà, l'interrogatorio sarebbe dovuto avvenire ieri, ma il militare pare che abbia deciso ancora di rimandare, anche perché non sembrerebbe del tutto convinto ad accettare le accuse di violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa, che gli sono state formulate dalla procura di Firenze. «Io non ho violentato nessuno», continua a ripetere a chi gli sta vicino. Ma la versione contrasta con quella resa dall'appuntato scelto sabato scorso, il più anziano dei due. Al magistrato, in presenza del suo avvocato Cristina Menichetti, l'uomo ha ammesso: «È vero, ho avuto un rapporto sessuale con la ragazza, ma è stato un rapporto consenziente. Mi ha invitato lei a salire. Il mio collega? Era lì anche lui, non ho visto però cosa facesse. Io stavo sul pianerottolo dell'appartamento, lui nell'ascensore».

Cosa andrà a dire, allora, il trentenne che sognava di entrare nell'Unità cinofila? Quale versione racconterà al pm? Contro di loro esiste, al momento, la testimonianza delle giovani, ma anche il tampone effettuato in ospedale che non lascia spazio a dubbi. In settimana, poi, sono attesi i risultati sulle tracce biologiche repertate dalla Scientifica nell'androne del palazzo e nei luoghi dove si sarebbe consumata la violenza. Mentre questa mattina si terrà un vertice in procura per decidere quale strada seguire. Esiste, infatti, la possibilità che i pm chiedano un ordine di arresto per i due carabinieri, o comunque un provvedimento restrittivo nei loro confronti, anche se quello che ha confessato potrebbe avere, in questo modo, evitato la decisione peggiore.
Nel fascicolo di inchiesta è finito anche un video che una delle due ragazze ha ripreso mentre il militare stava salendo verso casa. Si vede solo il pantalone della divisa e la fondina dove teneva la pistola, non l'aggressione sessuale. La giovane che l'ha registrato è quella di 21 anni, la stessa che ha riconosciuto l'appuntato scelto anche in foto. Nella sua ricostruzione ai magistrati spiega che non voleva fare un video, ma chiamare i soccorsi, e ha sbagliato a premere il tasto. L'altra studentessa, invece, ha sempre detto di non ricordare nulla, aveva bevuto tantissimo e aveva fumato dell'hashish. E forse per questo il più giovane dei due carabinieri sta rimandando la confessione. Perché ciò che è successo quella sera, la vittima non lo ricorda affatto.

LE DICHIARAZIONI
In ogni caso le dichiarazioni del collega non lo aiutano. Al pm ha detto: «Mi sono fatto trascinare in questa situazione. So di avere fatto una cosa inqualificabile, ma non riesco a spiegarmi perché. Da 20 anni sono nell'Arma e le persone io le aiuto, ho anche corso dei rischi. Ho fatto una cosa inqualificabile». Il suo interrogatorio è durato dalle 13,20 alle 14,40. Poco più di un'ora durante la quale ha cercato di limitare i danni di quanto aveva fatto. «La ragazza era consenziente - ha insistito - e non mi sono accorto che fosse ubriaca, non ho percepito da parte sua nessuna contrarietà o resistenza al rapporto sessuale avuto insieme». E ancora: «Inoltre, lei non barcollava, non puzzava di alcol, connetteva bene, e poi non credevo che fosse così giovane: aveva un'aria più matura, vicino alla trentina di anni, mi sembrava più grande di età». Come se questo rendesse più lieve quanto ha compiuto indossando una divisa mentre era in servizio.
Sposato, con un figlio, per molti anni l'uomo ha lavorato in una stazione dei Cc nel Pratese: da luglio scorso è stato trasferito a Firenze. E la sera del controllo alla discoteca Flo, era la seconda volta che formava pattuglia con l'altro militare. La sua difesa punta a escludere la violenza sessuale. «Vedremo dal prelievo del sangue - afferma l'avvocato Menichetti - quale sia stato il tasso alcolemico della ragazza». Una versione, quella del rapporto consenziente, che difficilmente alleggerirà la sua posizione in procura.