Michele Bratta, disoccupato di 30 anni si era da poco trasferito nel piccolo comune di Adelfia, nella provincia di Bari, in un appartamento locato regolarmente ma non intestato a lui. Lo spostamento, che lo ha allontanato da alcune parentele ingombranti come quelle con alcuni esponenti di spicco dei Clan di Japigia e dalla vicinanza con il boss Savino Parisi ha però insospettito le forze dell'ordine.
L'uomo viveva con la compagna e i soi bambini, conducendo uno stile di vita normale, senza eccessi, che lo tenesse al riparo dal monitoraggio dei Carabinieri. Tuttavia, quando i Militari hanno perquisito la nuova casa di Bratta, hanno ritrovato le armi in alcuni borsoni e i soldi falsi in un trolley. Le banconote, probabilmente stampate in Campania, sono ritenute dagli investigatori di ottima fattura, quasi indistinguibili dalle originali. Hanno un valore pari a 965.180 euro, che rende questo sequestro, il più importante eseguito negli ultimi tempi in Puglia.
Bratta si è assunto la piena responsabilità, non fornendo però alcuna spiegazione riguardo al possesso di quanto trovato dalla polizia nell'abitazione della coppia: una pistola sull'armadio e le altre in un borsone assieme ai due silenziatori e a proiettili di vario calibro: 7,64 e 6,35. Armi ben tenute e modificate da mani sapienti. «Armi nella pronta disponibilità della criminalità organizzata», ha detto il dirigente della Squadra Mobile, Annino Gargano. Una perquisizione che è stata effettuata - è stato reso noto - dopo l'acquisizione di notizie in merito alla presunta presenza di armi in quella casa.
Un sequestro di banconote false il cui acquisto sarà costato - secondo gli investigatori - non meno di 200mila euro alla criminalità organizzata; di solito le stamperie chiedono dal 10 al 30% sul valore dei soldi falsi che è richiesto loro di stampare. Soldi che poi vengono rivenduti per essere piazzati sul mercato all'incirca alla metà del valore unitario della banconota. Data la presenza dell'ologramma sulle banconote e la fattura, per carta utilizzata e colore rendendo le 50 e le 20 euro indistinguibili dagli originali al tatto, avrebbero prodotto un danno consistente all'economia se immesse sul mercato.
Le banconote sarebbero state destinate a raggiungere la piazza barese e quella delle immediate vicinanze, e sulle quali saranno fatte indagini bancarie anche in relazione ai numeri di serie.
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