UnaItalia, cresce il consumo di carni bianche

UnaItalia, cresce il consumo di carni bianche
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Mercoledì 20 Giugno 2018, 19:50 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 08:32
Carni bianche. È il nuovo mantra degli italiani, che negli ultimi cinque anni hanno consumato il 24% in più di polli e tacchini. Al punto che per oltre un italiano su due (54%), le carni avicole sono diventate la principale fonte di proteine.

Chi è a dieta apprezza il pollame perché leggero, digeribile e nutriente, secondo quanto emerso da una indagine Ipsos illustrata durante l'assemblea annuale di UnaItalia, l'Unione nazionale delle filiere agroalimentari delle carni e delle uova. Ma il petto di pollo e i piatti pronti sono un must anche per gli sportivi, chi ha regimi alimentari salutistici, e chi vuol far quadrare i conti nel budget familiare.

Gusto, salute e risparmio sono dunque le chiavi di successo per il consumo di carni avicole che, come sottolinea la ricerca Ipsos, sono tra le più mangiate in Italia, e marciano controcorrente rispetto al mercato, con consumi pari a 21 kg a testa. Più del doppio rispetto ai 9 kg pro capite degli anni Sessanta, quando era in voga, in 9 casi su 10, il pollo intero, magari al girarrosto. Oggi, grazie anche alla capacità di innovazione della filiera produttiva e dell'industria alimentare, come sottolineato dal neopresidente di UnaItalia Antonio Forlini, il trasformato e il 'ready to eat', i piatti pronti pratici e veloci, la fanno da padrone.

Gli italiani, della filiera avicola, dimostrano passione anche per le uova: ne consumiamo 215 l'anno a testa, per un totale di 13 miliardi e 34 milioni di esemplari, annuncia UnaItalia. Sul fronte produttivo, il fatturato del settore nel 2017 raggiunge 5,85 miliardi, ed è in crescita del 7% rispetto al 2016. «Esportiamo sempre di più, e soprattutto importiamo poco», dicono gli operatori di una filiera che vede l'Italia classificarsi al sesto posto in Europa come Paese produttore.

Sulla filiera campeggia poi la bandiera tricolore: 18.500 allevamenti diffusi in tutte le regioni e anche nelle aree più interne e remote, 1.600 imprese e circa 64.000 addetti. «Il 100% del pollo e del tacchino consumato lungo la penisola è made in Italy - sottolinea la ricerca Ipsos per UnaItalia - anche se sei italiani su dieci non lo sanno». 

Intanto arriva l'operazione trasparenza: «Dal primo settembre entra in vigore la ricetta elettronica per i farmaci veterinari - annuncia il direttore generale del ministero della Salute, Silvio Borrello - che permetterà di controllare l'effettivo utilizzo dei farmaci e antibiotici negli allevamenti». UnaItalia ricorda che dal 2016, con un Piano di riduzione volontario sottoscritto presso il ministero della Salute, negli allevamenti l'uso degli antibiotici risulta già ridotto del 63%.

 
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