La Grecia, rivendicando d'essere patria di Alessandro Magno il Macedone, non si era piegata ad accettare il termine "Macedonia", che è anche il nome della provincia greca settentrionale con capoluogo Salonicco ritenendo non solo che quella denominazione appartenesse esclusivamente al patrimonio storico e culturale ellenico ma anche che sotto sotto il Paese vicino potesse evocare pretese territoriali. Per questo, con la dissoluzione della Jugoslavia, insisté e ottenne che nel 1993 la neorepubblica indipendente fosse accolta all'Onu con l'acronimo FYROM (Former Yugoslavian Republic of Macedonia - Ex repubblica jugoslava di Macedonia). Negli ultimi mesi, in una situazione di crescente ottimismo, si erano accentuati i contatti fra Atene e Skopje con il mediatore dell'Onu Matthew Nimetz. Lo scorso aprile la commissione europea, alla luce dei progressi evidenti compiuti nel negoziato con Atene sulla questione del nome, aveva dato parere favorevole all'apertura del negoziato di adesione della Macedonia alla Ue. Un processo che potrà ora ottenere ulteriore slancio dopo l'intesa finale fra i due Paesi.
Per Tsipras, il nuovo nome potrà essere usato da Skopje sia sul piano interno che su quello internazionale.
Zaev ha aggiunto che per il nuovo nome saranno necessari emendamenti alla costituzione macedone e che, dopo la ratifica del parlamento, in autunno l'accordo verrà sottoposto a referendum popolare. «La nostra amicizia con la Grecia non è mai stata migliore», ha osservato. La firma ufficiale dell'accordo si terrà nel fine settimana in Grecia.
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