Aquarius, i 141 migranti andranno in cinque paesi europei

Aquarius, i 141 migranti andranno in cinque paesi europei
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Martedì 14 Agosto 2018, 15:33 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 12:48

Incubo finito per i 141 migranti, la metà minorenni, a bordo dell' Aquarius: sei Paesi europei, in coordinamento con la Commissione Ue, hanno trovato l'intesa. La nave attraccherà a Malta, poi i migranti verranno ridistribuiti in cinque nazioni: Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Lussemburgo. A bordo dell' Aquarius ci sono 73 minorenni, 67 non accompagnati, la gran parte arriva da Eritrea e Somalia. Tra loro anche due bambini di 5 anni. In queste ore, a bordo, i più piccoli hanno giocato a basket. Ma senza palla, avevano solo un guanto sanitario gonfiato.

L'intesa e il nuovo caso Aquarius, dopo quello che a inizio giugno portò alla chiusura dei porti italiani alle ong, viene subito salutata come una vittoria da Matteo Salvini: «Era ora, finalmente. L'Italia non poteva continuare a essere il campo profughi di tutt'Europa», commenta il ministro dell'interno e leader della Lega mentre si apre un nuovo fronte di alta tensione Oltralpe.

L'Eliseo si limita a far sapere che partecipa all'accordo, prendendo 60 migranti. Ma negli stessi minuti è un tweet di Critophe Castaner, il leader del partito di Emmanuel Macron, a innescare la polemica: «C'è la politica della comunicazione pura, la demagogia stile Salvini. C'è la politica delle emozioni sulla quale non si costruisce nulla. Poi c'è l'azione, quella voluta dalla Francia, in cui l'Europa assume il suo ruolo e il nostro paese la sua solidarietà», stigmatizza.

Sul nuovo accordo volontario, sulla scia di quello che ha sbloccato, a fine giugno, il caso della Lifeline, Bruxelles si dice soddisfatta anche se tiene a rimarcare la necessità di una soluzione stabile, al di là degli accordi ad hoc. Mentre Salvini parla della «determinazione e il coraggio di questo governo» serviti a «svegliare l'Europa», dice facendo sapere che l'Italia lascia chiusi i suoi porti e che non prenderà nessuno dei migranti dell'Aquarius. La nave di Sos Mediterranee e Msf approderà a Malta. Che apre il suo porto non senza un filo di polemica: «Faremo una concessione, nonostante non ci sia alcun obbligo giuridico», tiene a rimarcare una nota dell'ufficio del premier Joseph Muscat ricordando che «è la seconda volta» dopo la Lifeline. «Un esempio concreto di leadership e solidarietà europea», si insiste da La Valletta.

Dopo l'arrivo i migranti saranno divisi e ripartiti: la Spagna di Pedro Sanchez ne accoglierà 60, ha fatto sapere Madrid con i media spagnoli che parlano di un'intesa raggiunta proprio grazie agli sforzi del leader socialista, che ne ha parlato anche nell'incontro dello scorso weekend con Angela Merkel. E in terra spagnola l'accordo risolve anche una potenziale grana interna: un possibile scontro con la Catalogna che aveva fatto sapere di essere pronta ad aprire tre dei suoi porti dopo che ieri Madrid aveva negato la possibilità di far sbarcare i profughi in Spagna, perché i suoi scali non erano il punto di approdo più vicino, e quindi sicuro. «Accolgo con favore la decisione delle autorità maltesi di autorizzare lo sbarco della Aquarius», ha commentato a caldo il commissario Ue Dimitris Avramopoulos: «Nei giorni scorsi ci sono stati intensi contatti, facilitati e coordinati dalla Commissione europea. Non possiamo contare su accordi ad hoc, abbiamo bisogno di soluzioni sostenibili. Non è responsabilità di uno o solo pochi Paesi, ma dell'Ue nel suo insieme».

La vicenda dell' Aquarius si conclude dunque. Ma non le polemiche. «È sbagliato, pericoloso e immorale tenere le navi di soccorso a vagare per il Mediterraneo mentre i governi fanno a gara a chi assume le minori responsabilità», ha tuonato l'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati, Filippo Grandi. «Gli Stati europei devono concordare un meccanismo condiviso e prevedibile per gli sbarchi dei rifugiati e dei migranti salvati in mare», ha twittato.

È «pura crudeltà» il «vergognoso rifiuto» di Italia e Malta di acconsentire allo sbarco dei migranti dell'Aquarius. Lo afferma Amnesty International in una nota. «Queste persone hanno sfidato con coraggio viaggi pericolosi e condizioni inumane in Libia solo per finire bloccati in mare per governi che vergognosamente hanno abdicato alla propria responsabilità di proteggerli», afferma Maria Serrano, del settore migranti della Ong. «I governi europei devono smetterla di giocare con le vite umane».




 

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