Armenia, la rivoluzione di velluto ha avuto la meglio: si dimette il premier

Armenia, la rivoluzione di velluto ha avuto la meglio: si dimette il premier
di Franca Giansoldati
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Lunedì 23 Aprile 2018, 20:04 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 19:41

Yerevan  - Alla vigilia della giornata nazionale del 24 aprile in cui viene commemorato il genocidio armeno, il neoeletto primo ministro dell’Armenia, Serzh Sarkisian, già presidente del Paese, ha rassegnato le dimissioni dopo soli sei giorni di mandato e altrettanti di feroci proteste di piazza per la sua elezione parlamentare. Il malcontento pian piano si era allargato al resto del Paese. Alla fine la rivoluzione di velluto – promessa da Nikol Pashinyan, leader dell'opposizione, che aveva dato il via alla disobbedienza civile ed era stato arrestato ieri -  ha avuto la meglio. Il passo indietro del Premier è stato accolto da un clima di festa in tutta la nazione. Fino a stamattina centinaia di studenti di medicina in camice bianco assieme ai militari erano scesi in strada per manifestare contro il premier e il governo. Il leader delle proteste anti-governative nel frattempo veniva rilasciato (era stato trattenuto a seguito del fallito incontro con il premier Serzh Sarkisian).
 


Le immagini televisive hanno mostrato Pashinyan circondato dai suoi sostenitori, muniti di bandiere armene. Il leader dell’opposizione si è quindi unito alle migliaia di persone scese di nuovo in piazza a festeggiare il nuovo capitolo repubblicano. Il presidente armeno ha apprezzato il gesto del premier di farsi da parte nel giorno in cui si commemorano le vittime del genocidio armeno (avvenuto nel 1915 per mano dei turchi e costato la vita a 1 milione e mezzo di persone), sottolineando che il 24 aprile non può essere segnato da divisioni tra armeni. 
La Russia ha fatto sapere attraverso canali ufficiali  di seguire con attenzione l'evolversi degli eventi. Nonostante che l’Armenia sia uno «stretto alleato»  non ha alcuna intenzione di interferire nella situazione: si tratta di un «affare interno».

Nei giorni scorsi la polizia aveva arrestato decine di manifestanti che contestavano l’elezione a premier dell’ex presidente Serzh Sarkisian anche se avvenuta in modo regolare e con la maggioranza dei voti. Il malumore serpeggiava da tre anni, da quando aveva fatto approvare, da presidente della nazione, un emendamento costituzionale che trasferiva i poteri della presidenza al premier. I manifestanti hanno denunciato il tentativo di Sarkisian di restare al comando con il nuovo sistema parlamentare, dopo oltre un decennio alla presidenza.
 

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