Via all'era Macron: «Adesso Francia ed Europa più forti»

Via all'era Macron: «Adesso Francia ed Europa più forti»
di Francesca Pierantozzi
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Lunedì 15 Maggio 2017, 07:34 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 08:30

PARIGI Non ha bisogno di correre il giovane Macron. A 39 anni può permettersi di entrare all'Eliseo a passo lento: un'andatura marziale, quasi al rallentatore, sul tappeto rosso che lo porta ai cinque scalini dove lo aspetta François Hollande. Un'ora di colloquio nell'ufficio al secondo piano con vista sui giardini, poi l'addio al passato: Emmanuel riaccompagna François fino all'auto, si unisce agli applausi del pubblico quasi tutti dipendenti del Palazzo - poi entrato, questa volta a passo un po' più svelto, nella Storia.

L'OTTAVO PRESIDENTE
Alle undici e 21 è diventato l'ottavo presidente della Quinta Repubblica. Oggi si ridiscende sulla terra, a lavorare, a nominare il premier, a volare a Berlino da Angela Merkel. Ma ieri è stato il giorno dei simboli, del tempo sospeso. Del tempo strano, anche: pioggia, grandine e poi sole, nuvole e luce. Ma Macron non è Hollande, che fu il presidente perseguitato dalla pioggia, quasi una metafora di un mandato che non riusciva a decollare, sempre a testa bassa, gocciolante.

Macron invece ha aspettato che spiovesse, per sfilare sugli Champs Elysées. E lo ha fatto su una Command Car, un'auto blindata militare. Il giovane Macron incarna oltranza la modernità nella persona, non ha nessuna remora ad adattarsi agli aspetti più solenni e duri della funzione. Vuole rassicurare: credo nelle istituzioni della Quinta Repubblica e farò il possibile perché funzionino secondo lo spirito che le ha fatte nascere.

IL GESTO SIMBOLICO
Non a caso il gesto simbolico che Mitterrand riservò a Jean Jaurès, con una rosa sulla tomba, Chirac a De Gaulle, Hollande a Marie Curie, Macron primo presidente francese a non aver fatto il servizio militare - lo riserva a tre soldati feriti in Mali e ricoverati all'ospedale militare di Percy. Li va a trovare lontano dalle telecamere. Vicino a lui, brilla, discreta Brigitte. Una première dame torna all'Eliseo. Non entra con lui a palazzo, Hollande è solo, Macron arriva solo, protocollo oblige.

Ma è verso il tailleur celeste della moglie (un Vuitton prestato, si affrettano a precisare) che il neo presidente volge lo sguardo quando entra nel Salone delle feste per l'investitura solenne e il primo discorso. Le parole sono quelle che l'Europa e il mondo vogliono sentirsi dire: «abbiamo bisogno di un'Europa efficace, più democratica, più politica, perché è lo strumento della nostra potenza e della nostra sovranità».
Intanto il suo entourage ha già twittato anche sul suo abito (si direbbe un'ossessione). Niente lusso: un completo blu di Jonas & Cie, per un totale di non oltre 450 euro. Altro simbolo: eleganza sì, ma non bling bling, né Hollande, né Sarkozy.

Le parole che Macron sceglie per questo primo giorno sono contro l'idea del declino della Francia, sono di apertura al mondo e all'Europa, sono anche di rivendicazione del programma: non cederò: il lavoro sarà liberato, le imprese saranno sostenute, la creazione e l'innovazione saranno il cuore della mia azione.

LA SQUADRA
Ieri altro simbolo e insieme primo atto concreto: ha nominato i primi membri della squadra all'Eliseo, una saggia dose di novità e esperienza. Due dei suoi': Alexis Kohler, 44anni, è segretario generale dell'Eliseo, e Ismaël Emelien, 30 anni consigliere speciale. E due veterani: Patrick Strzoda, 64 anni, sarà direttore di gabinetto di Macron dopo aver diretto quello dell'ex premier Cazeneuve e Philippe Etienne, 61 anni, ex ambasciatore a Berlino, sarà consigliere diplomatico.