IN ISRAELE/ Si rischiano forti scontri
A Gerusalemme non ci sono ambasciate, solo consolati. Perché lo status della città resta da definire. Sia gli israeliani sia i palestinesi aspirano a vederla riconosciuta come capitale del proprio Stato. La soluzione più accreditata a livello internazionale è Gerusalemme capitale condivisa. Ora, la reazione palestinese potrebbe portare a una terza intifada dopo quella delle pietre dell’87, di Al-Aqsa del 2000, e dei coltelli dell’ottobre 2015.
LA STABILITA?/ Turchia verso uno strappo
Erdogan in Turchia si accredita come l’alfiere dei palestinesi e del mondo arabo emusulmano, e reagisce all’annuncio di Trump con laminaccia di rompere le relazioni diplomatiche con Israele (riallacciate nel giugno 2016 dopo 6 anni di confronto durissimo). La stabilità in Medio Oriente dipende anche dai rapporti tra Ankara e Tel Aviv, ambigui perché avversarie ma con un comune nemico: l’Iran. la Turchia, oltretutto, è un pilastro della Nato.
L'ALLEANZA/ Usa e Tel Aviv più vicini
Trump ha ribaltato la politica mediorientale di Obama. Uscito dall’Unesco per i pregiudizi contro Israele, aveva promesso di applicare la decisione del Congresso del ‘95 su Gerusalemme. E lo sta facendo. L’ambasciatore David Friedman è un difensore dei coloni israeliani nei Territori, scettico verso i due Stati. La prova di forza di Trump mostra come Israele sia per lui il vero baluardo dell’Occidente inMedio Oriente. Da difendere a tutti i costi.
IL TERRORISMO/ L’azione dell’Isis può rigenerarsi
La bandiera della Palestina è stata sventolata, più o meno strumentalmente, damolti Paesi arabi e musulmani che non sempre, poi, hanno avuto verso i palestinesi politiche di reale sostegno. La decisione di Trump può offrire nuove opportunità di propaganda al terrorismo islamista nel momento di maggior declino per l’Isis. Inoltre, potrebbe riprendere vita un terrorismo palestinese, a Tel Aviv e Gerusalemme o contro obiettivi israeliani nel mondo.
LA FRATTURA/ La reazione dell'Iran
Il riavvicinamento USA a Israele aveva già avuto come corollario i passi indietro di Trump sull’Iran dopo la distensione e l’accordo nucleare voluti da Obama. Israele, che teme l’Iran più dell’Isis, ha esultato. Tanto più che la sconfitta del Califfato, sunnita, ha “avvicinato” gli iraniani ai confini con Israele nel Golan e ha reso più agguerriti gli Hezbollah, filo-iraniani, in Libano. La decisione di Trump approfondisce il solco con Teheran.
TRUMP/ Gli Stati Uniti prima di tutto
Incurante delle reazioni, Trump porta avanti con la sua politica “America first”. Ha aperto una frattura con l’Onu tirandosi fuori dal patto suimigranti, dall’Unesco (per i pregiudizi contro Israele su Gerusalemme) e dagli accordi di Parigi contro i cambiamenti climatici. Nello stesso tempo, si distanzia dall’Unione Europea che insiste sulla tesi dei due Stati per Israele e Palestina. Ma non romperà l’alleanza con l’Arabia Saudita (anti-Iran).
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