Olanda, Wilders canta ancora vittoria: non mi avete fatto fuori, ora rilancio

Olanda, Wilders canta ancora vittoria: non mi avete fatto fuori, ora rilancio
di Marco Ventura
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Giovedì 16 Marzo 2017, 08:20
Wilders non sfonda anzi delude, nonostante il messaggio forte, il piglio da capopopolo, la visione libertaria tipicamente olandese unita a un sentimento profondo di sovranismo identitario e alla necessità di contrastare l'assalto migratorio dell'Islam e bandire il Corano, paragonato al Mein Kampf di Hitler. La proposta politica del Trump d'Olanda che aspirava a diventare Trump d'Europa, e che a The Donald singolarmente somiglia per il ciuffo biondo platino ossigenato, mette insieme conservatorismo alla Thatcher, difesa dei diritti civili, sionismo anti-islamico rafforzato da due anni e più di soggiorno in Israele, agnosticismo religioso insofferente verso qualsiasi integralismo. Fiero delle radici cristiane dell'Europa, Wilders si propugna alfiere della campagna populista contro gli eurocrati, perciò eurofobo, e nemico dell'Islam in nome delle libertà. A votarlo, per lo più, gli abitanti di aree rurali, nelle città i quartieri di forte immigrazione. Non, però, il Limburgo, cattolico come il padre piccolo-borghese di Geert sposato a un'indonesiana (Geert a una ungherese) ma contrario a un eccesso di accoglienza. Fu lui, appoggiando dall'esterno il premier liberale Mark Rutte, a ottenere la riduzione del numero di migranti ammessi e un taglio di 18 miliardi di spesa pubblica.

Nato 53 anni fa a Venlo, cuore dell'Olanda agricola vicino a Maastricht, città dei parametri che ospita tra le migliori università europee al confine con Belgio e Germania poco distante dalla Francia, Wilders è formalmente l'unico iscritto al PVV o Partito della Libertà da lui fondato nel 2006 dopo l'uscita dal Partito popolare per la libertà e la democrazia. Laico, liberale, antifascista, anti-islamista, anti-totalitario, vanta come punti di riferimento ideali Oriana Fallaci, suo idolo, Pim Fortuyn, leader anti-Islam ucciso 9 giorni prima delle elezioni del 2002 da un militante ambientalista, Ayaan Hirsi Ali attivista per i diritti delle donne musulmane impegnata contro la pratica dell'infibulazione e collaboratrice di Theo van Gogh, il regista assassinato da un estremista islamico.

Wilders, a sua volta, produce un documentario di denuncia dell'Islam, Fitna, che significa guerra civile o divisione, rimosso dai server di Internet per ragioni di sicurezza. Lo stesso Geert paga le sue invettive contro Maometto («barbaro, assassino di massa e pedofilo»), la definizione di «mostro» affibbiata al leader turco Erdogan, e le promesse di chiudere le moschee, bandire il burqa e tassare le donne che indossano l'hijab, con una vita blindata, protetto da almeno 6 guardie del corpo, il giubbotto antiproiettile incorporato e l'assegnazione dentro il Parlamento di un ufficio bunker con panic room.

I PROCESSI
Processato ben due volte per incitamento all'odio, fustigatore della comunità marocchina d'Olanda, bandito per un po' dal Regno Unito per il suo estremismo discriminatorio, propone fra l'altro il carcere preventivo per i musulmani radicali, il taglio delle tasse, la democrazia dal basso e la pensione a 66 anni. Campione di Twitter con oltre 800mila seguaci, non riesce a sfondare l'isolamento. Il suo handicap: il no di tutti gli altri partiti a formare con lui governi di coalizione. La sconfitta di Wilders segnala che l'Olanda, tra i fondatori dell'Unione, resta europeista. Il paragone più calzante, quello col cattivo di Harry Potter, Drako Malfoy, versione adulta. Scomodo, imbarazzante e perdente. «Ma non mi avete fatto fuori, rilancerò».