L'EFFETTO
Effetto immediato dell'attentato, il ribaltamento del voto. Vinse Zapatero, che poté rimproverare a Aznar il madornale errore, ricorda Germano Dottori geo-stratega della Luiss, di aver attribuito l'attacco all'Eta e non agli islamisti. Una volta al potere, Zapatero ritirò le truppe spagnole dall'Iraq. L'obiettivo dei terroristi era raggiunto. «Quello che non è chiaro spiega Dottori è perché la Spagna, e perché oggi, visto che dopo l'11 marzo Madrid ha tenuto una politica di estrema prudenza in Medio Oriente, senza mai esporsi». Eppure, i servizi britannici avevano messo in guardia il Foreign Office e loro agenti erano volati in destinazioni turistiche della Spagna a partire da marzo, a tutela dei turisti del Regno Unito. Allarme preveggente o bene informato. Altre fonti, americane, hanno prospettato a Dottori un'altra pista, che coniuga gli attriti interni tra governo centrale di Madrid e indipendentisti catalani, e lo scontro in atto tra Arabia Saudita e Qatar, accusato di intelligenza con lo Stato Islamico. «Sottolineano queste fonti che anche la squadra di calcio del Barcellona è sponsorizzata dal Qatar ed esiste un legame tra Catalogna e Doha». Si sarebbe quindi saldato sulla Rambla l'interesse di rafforzare lo Stato centrale con quello di mantenere la connessione tra Barcellona e il Qatar. Ma c'è un'altra doppia e inevitabile considerazione da fare.
I MIGRANTI
Negli ultimi tempi si è triplicata la pressione migratoria sulle enclave spagnole in Marocco, a Ceuta e Melilla. E già alla fine del 2016 un rapporto del Centro di studi strategici del Marocco ha portato il numero presunto di foreign fighters spagnoli dai 190 ammessi da Madrid a 450, mentre 650 erano quelli tedeschi. La Spagna si ritrovava così nella fascia dei Paesi a rischio di ritorsioni del Califfato, tramite cittadini spagnoli di rientro dalle zone di guerra. E ancora, nei video di minaccia dell'Isis più volte è apparso come territorio storico da riconquistare l'Andalusia, El Andalus, un obiettivo paragonabile al Vaticano e a Roma. Marocco e Qatar, quindi, sembrano essere chiavi di lettura in uno strano intrico che deve tener conto delle pulsioni irrendentiste della Catalogna. E del miraggio del ritorno dei musulmani nelle terre della rimpianta El Andalus, e questo nonostante il disimpegno di Madrid dall'interventismo in Medio Oriente.
Un attacco, quello della Rambla di Barcellona, che per Dottori «impone una riflessione anche in Italia». Che in Medio Oriente è più defilata della Francia, ma meno della Spagna. E ospita il Papa, ossia la massima autorità mondiale dei cristiani. «Tanto più che a Barcellona si tratta di attacco organizzato e non di un lupo solitario».
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