Salvini non cede al Colle su Savona: «Lista dei ministri a Conte. O si parte o si torna al voto»

Salvini: rischio frattura con il Paese, stasera a Conte lista ministri Lega
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Sabato 26 Maggio 2018, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 11:21

È ancora stallo per la formazione del governo M5S-Lega. Dopo le polemiche sul nome sull'economista eurocritico Paolo Savona, candidato al Tesoro non gradito al QuirinaleMatteo Salvini non arretra e consegna la lista dei «suoi» ministri al presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte. Poi avverte: «O si parte o si torna al voto». Anche il leader 5 stelle Luigi Di Maio è sulla stessa linea: «O si chiude questa partita del Governo entro le prossime 24 ore o non si chiude più», dice in serata. «Abbiamo aspettato già abbastanza e adesso è il momento di iniziare a lavorare per gli italiani».

 



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L'ex segretario del Pd Matteo Renzi intanto attacca: «Lo spread sale ai massimi dal 2013. Non è colpa dei mercati. Il responsabile in questo caso ha due cognomi: Salvini e Di Maio». Il presidente francese Emmanuel Macron ha telefonato al premier incaricato: «I migliori auspici per il governo che state formando».

Salvini. «Non è questione di nomi e cognomi ma di rispetto del voto degli italiani», dice il leader leghista. Poi in serata aggiunge: «Io ho detto "o si parte o per noi basta". Mi rifiuto di andare avanti ancora a trattare per settimane. I mutui non aspettano, la benzina non aspetta, gli sbarchi nemmeno». Quindi l'unica alternativa sarebbero le elezioni anticipate? «Sicuramente non sono nato per tirare a campare», la risposta. «Se salta tutto la frattura è con gli italiani, non con il Quirinale», insiste Salvini. E con il Carroccio si schiera anche la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, mentre il grillino Alessandro Di Battista torna ad attaccare il Colle. 


 


Se ieri era «arrabbiatissimo» oggi, con il vero rischio di una «ulteriore frattura tra i palazzi del potere e gli italiani», lo è ancora di più. «Passi indietro la Lega ne ha già fatti abbastanza, abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare», dice Salvini. Il braccio di ferro tra Colle e M5s-Lega sul nodo del responsabile del Tesoro non accenna insomma a placarsi mentre il presidente del Consiglio incaricato prova a cercare la quadra per mettere insieme tutte le pedine necessarie alla formazione del governo da presentare - nel più breve tempo possibile, magari già domenica o lunedì - alle valutazioni di Mattarella.

Chiuso negli uffici di Montecitorio, Conte fa il punto sui i possibili candidati da mettere in squadra, vede l'ambasciatore Luca Giansanti (per la Farnesina), mentre fuori dal palazzo si organizzano i fronti contrapposti.
Da una parte gli azionisti del governo nascente fermi sull'indicazione di Savona al Mef e sempre più critici nei confronti del Quirinale. Dall'altra i partiti all'opposizione che evocano una mobilitazione per difendere l'Italia, mentre la stampa tedesca si occupa in toni allarmati di Savona, l'uomo «che odia la Germania».

«Un rischio di frattura con il Quirinale? L'unico rischio che vedo è un'ulteriore frattura tra i palazzi del potere e gli italiani. Se qualcuno rallentasse ancora questo processo di cambiamento facendo saltare 15 giorni di lavoro e sacrificio, sarei ancora arrabbiato», dice Salvini parlando coi giornalisti al termine di una riunione con i vertici del partito.

Di Maio. «Sono orgoglioso di quanto fatto negli ultimi 80 giorni. Sono orgoglioso di avere portato al Governo il nostro vero leader che è il programma elettorale votato da 11 milioni di italiani alle ultime elezioni», afferma Di Maio a Terni. «Siamo orgogliosi e contenti - aggiunge - di avere portato un nuovo metodo nella formazione del Governo». «Prima i Governi si formavano in pochissimo - ricorda Di Maio - perché le forze politiche si mettevano insieme e decidevano gli incarichi. Noi siamo arrivati 80 giorni fa con il 32,5% e abbiamo detto: non si fa alcun governo se prima non stabiliamo insieme cosa vogliamo fare per gli italiani». 


A tener banco oggi anche il caso Spiegel: «Giornali e politici tedeschi insultano: italiani mendicanti, fannulloni, evasori fiscali, scrocconi e ingrati. E noi dovremmo scegliere un ministro dell'Economia che vada bene a loro? No, grazie! #primagliitaliani», ha scritto su Twitter Salvini dopo il post su Facebook di ieri con quel laconico «Sono molto arrabbiato».
 
Il nodo principale per la formazione del governo giallo-verde resta Savona su cui è cominciato a girare anche un significativo fuorionda di D'Alema in cui l'ex premier dice:
«Se torniamo alle urne per il veto a Savona quelli prendono l'80%». 

 


Di Maio è stretto tra il Quirinale, col quale il capo politico grillino intende mantenere buone relazioni istituzionali senza forzare troppo la mano, e il partner di governo, che il leader M5S (di concerto con il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte) intende appoggiare nella scelta di Paolo Savona come ministro dell'Economia, nonostante le forti perplessità avanzate dal Colle sul suo nome.

«In questo momento il presidente del Consiglio incaricato insieme al Presidente della Repubblica sta lavorando per riuscire a dare un governo al Paese. Speriamo che arrivi il prima possibile», sono le parole del presidente della Camera, Roberto Fico.

«Il tema del Governo è in mano a Giuseppe Conte e a Mattarella. Sono fiducioso che troveranno un'ottima soluzione», ha commentato Davide Casaleggio interpellato a margine della Wired Next Fest di Milano sul rischio di una crisi istituzionale, Casaleggio ha ribadito più volte di essere «fiducioso che siamo vicini a un grande cambiamento per il Paese».


 

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