Immigrazione, debito, missioni all'estero: ecco la prima bozza del contratto di governo

Immigrazione, debito, missioni all'estero: ecco la prima bozza del contratto di governo
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Martedì 15 Maggio 2018, 21:17 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 08:14

Ancora nessuna fumata bianca. Dopo l'ultimo incontro al Quirinale il presidente Sergio Mattarella, il leader dei 5Stelle Luigi Di Maio non ha fatto il nome del premier e hanno chiesto al capo dello Stato "qualche altro giorno in più di tempo" per poter ultimare la stesura del contratto di governo. Forse venerdì la presenteranno. Intanto cominciano a trapelare alcune indiscrezioni, come quelle anticipate dall'Huffington Post Italia, con alcuni punti sui quali sembra dhe Lega e M5S abbiano già trovato l'accordo.

Bozza vecchia. «Il contratto di governo pubblicato dall'Huffington Post è una versione vecchia che è stata già ampiamente modificata nel corso degli ultimi due incontri del tavolo tecnico. La versione attuale, dunque, non corrisponde a quella pubblicata. Molti contenuti sono radicalmente cambiati. Sull'euro, ad esempio, le parti hanno già deciso di non mettere in discussione la moneta unica. La versione pubblicata, dunque, non è fedele a quella attuale». È quanto si legge in una nota congiunta M5S-Lega.

I punti nella prima bozza. Tra i punti più importanti, cita l'Huffington, la creazione di una struttura parallela al Consiglio dei ministri, il Comitato di Riconciliazione. Una sede istituzionale in cui regolare i dissensi nella cooperazione fra le due forze politiche o prendere nuove decisioni. Un organo consultivo e decisionale non previsto oggi dalla struttura costituzionale del governo, la cui formazione rischia di innescare un conflitto istituzionale fortissimo.

L'organismo è composto da: il Presidente del Consiglio dei Ministri, il capo politico di M5S e il segretario federale della Lega. I capigruppo di Camera e senato delle due forze politiche e il ministro competente per materia. Alle riunioni partecipa anche come uditore il membro del governo responsabile dell'attuazione del programma nonché eventuali soggetti individuati dal Comitato."

Ecco di seguito alcuni punti previsti nel contratto che verrà sottoscritto da Luigi Di Maio e Matteo Salvini:

Conflitto di interessi e giustizia
È nei due capitoli "conflitto di interesse" e "giustizia" che viene scavato un solco con Silvio Berlusconi. Il programma "carioca" ricalca le parole d'ordine dei 5 Stelle: "Riteniamo che debba qualificarsi come possibile conflitto di interessi l'interferenza tra un interesse pubblico e un altro interesse, pubblico o privato, che possa influenzare l'esercizio obiettivo, indipendente e imparziale, di una funzione pubblica, non solo quando questo possa portare a un vantaggio economico a chi esercita la funzione pubblica e sia in condizione di un possibile conflitto di interessi, ma anche in assenza di un vantaggio immediatamente qualificabile come monetario". 

Ma è il passaggio successivo ad essere indicativo della filosofia di fondo del programma, dove si prevede una sorta di struttura parallela che controlla il premier e il governo: "Intendiamo inoltre estendere la disciplina a incarichi non governativi ossia a tutti quei soggetti che, pur non ricoprendo ruoli governativi, hanno potere e capacità di influenzare decisioni politiche o che riguardano la gestione della cosa pubblica, come ad esempio i sindaci delle grandi città o i dirigenti delle società partecipate dallo Stato". 

Più tribunali, più pene, più carceri
Anche nel capitolo Giustizia dove, al netto del passaggio sulla "riforma e sull'estensione" della legittima difesa caro a Salvini, l'impronta è squisitamente pentastellata, con l'acquisizione, di fatto, del programma dell'Anm dell'era Davigo. Ecco i punti qualificanti: 1) riforma della prescrizione; 2) il potenziamento della legislazione anti-corruzione da realizzare "aumentando le pene per i reati contro la pubblica amministrazione", introducendo il "Daspo per i corrotti e corruttori", l'introduzione "dell'agente sotto copertura" e "dell'agente provocatore"; 3) il "potenziamento" delle intercettazioni. Più in generale, "per garantire il principio di certezza della pena è essenziale abrogare tutti i provvedimenti emanati nel corso della precedente legislatura, tesi unicamente a conseguire effetti deflattivi in termini processuali e carcerari a totale discapito della sicurezza della collettività". 

Immigrazione
A ben vedere, questa impostazione, direbbero i critici "giustizialista" è il fil rouge di tutto il programma, compreso il dossier più delicato per la Lega, l'immigrazione. Dove è più chiara la denuncia della corruzione che il governo del fenomeno: "La situazione che si è venuta a creare è insostenibile per l'Italia, visti i costi da sostenere e il business creatosi, alimentato da fondi spesso gestiti con poca trasparenza e permeabili alle infiltrazioni della criminalità organizzata". Ci si impegna affinché "l'Italia svolga un più decisivo ai tavoli dei negoziati europei" in particolare "per superare il regolamento di Dublino, attraverso il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell'Ue". Come? Politica dei respingimenti, espulsioni vere, accordi bilaterali e multilaterali con i paesi di provenienza per limitare l'arrivo dei migranti, atteggiamento complessivo nei confronti dell'Europa. Tutto questo è accennato in una parte evidenziata in giallo. È in questa parte che sono scritte le proposte più hard del Carroccio, compresa la "chiusura delle moschee e delle associazioni islamiche radicali". È questa parte ancora oggetto della discussione, perché il leader della Lega non intende cedere sull'obiettivo di identificare e rimpatriare i migranti irregolari, attraverso una radicale revisione delle attuali normative. Questione più complicata per i Cinque Stelle perché impatta sull'atteggiamento complessivo da tenere nei confronti dell'Europa. Per loro è sufficiente attestarsi alla formula del "stop al business dell'immigrazione".

L'Europa deve cambiare radicalmente
Nella bozza di contratto si definisce "necessaria una ridiscussione dei Trattati dell'Ue". Il Patto di Stabilità e di Crescita va "modificato radicalmente", a partire dai vincoli "stringenti, infondati e insostenibili dal punto di vista economico e sociale". Inoltre, a livello di budget, si prevede di "ridiscutere il contributo italiano all'Ue in vista della programmazione 2020".

Via le sanzioni alla Russia
L'equilibrismo in politica estera è una specialità italiana e anche un governo giallo-verde confermerebbe le linee guida degli ultimi anni. Si afferma subito la fedeltà alla Nato, con gli Stati Uniti "alleato privilegiato", ma si sancisce altresì la "apertura alla Russia, da percepirsi non come una minaccia, ma quale partner economico e commerciale". A tal fine, la Lega ottiene che nel testo venga definito "opportuno il ritiro immediato delle sanzioni imposte alla Russia" e la riabilitazione di Mosca come "interlocutore strategico" in aree di crisi come Siria, Libia e Yemen.

Revisione delle missioni all'estero
Va "rivalutata" la presenza dei contingenti italiani nelle missioni internazionali che sono "geograficamente, e non solo, distanti dall'interesse nazionale italiano". Nessun dettaglio però sui numeri e sulle aree interessate. Per quanto concerne la Difesa, viene posto l'accento su un più efficace impiego delle forze armate "al fine della protezione del territorio e della sovranità nazionale" e su "nuove assunzioni nelle forze dell'ordine" con più risorse. Viene definita "imprescindibile" la tutela dell'industria italiana, con riferimento soprattutto alle attività di Fincantieri ("progettazione e costruzione navi") e Leonardo Finmeccanica ("Aeromobili e sistemistica high tech").

Debito
Salvini e Di Maio si pongono l'annoso problema di come ridurre il pesante stock di debito pubblico, che a oggi (dati marzo 2018) si attesta alla cifra record di 2.302 miliardi di euro, qualcosa come il 132% del Pil. La prima misura per ridurre questa imponente massa di debito farà certamente drizzare i capelli alla Cancelliera Merkel e ai rigoristi europei. Lega e M5s chiederanno alla Bce guidata da Draghi di cancellare ben 250 miliardi di titoli di stato che l'istituto di Francoforte avrà in pancia alla fine del quantitative easing. "La loro cancellazione vale circa 10 punti percentuali", quantifica il documento. Uno stralcio che sicuramente farà discutere, a Francoforte, Bruxelles e nelle altri capitali europee.

Patrimonio immobiliare
Altra misura è la vendita del patrimonio immobiliare pubblico alle famiglie italiane, e in subordine agli investitori. In poche parole, i due partiti di governo "impacchetteranno" 200 miliardi di patrimonio pubblico (caserme, palazzi, monumenti e via dicendo) e lo trasformeranno in un titolo finanziario da vendere al risparmio domestico. Si tratta del classico meccanismo di cartolarizzazione, tanto criticato negli ultimi anni. "Di fatto questo equivale a trasferire il risparmio degli italiani dal debito pubblico al patrimonio immobiliare", si legge. Quanti punti di debito verranno abbattuti? Dieci, secondo il contratto.

Cdp superstar
Infine la Cassa Depositi e Prestiti. Nelle intenzioni dei contraenti l'istituto che gestisce il risparmio postale dovrà acquistare dal Tesoro tutte le principali partecipazioni (Enel, Enav, Poste, ecc.), diventando così il vero braccio economico del governo. La Cdp si finanzierà per 70 miliardi di euro emettendo obbligazioni sul mercato, sottoscrivibili in cash o mediante titoli di stato italiani.

Flat tax non più flat
Sulla parte fiscale il documento prevede solo un breve passaggio sul cavallo di battaglia della Lega. Tre righe, senza alcun numero, per scoprire che la tassa piatta, piatta non lo sarà affatto. Sono previste infatti più di una aliquota e rimarranno in piedi le deduzioni. "La parola chiave è flat tax, caratterizzata dall'introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell'imposta in armonia con i principi costituzionali".

Condoni "saldo e stralcio" ma anche carcere per gli evasori
Leghisti e pentastellati hanno un approccio abbastanza diverso sul concetto di evasione fiscale, si sa. Tanto che nel contratto ci sono due misure abbastanza divergenti fra loro. Da una parte la ricerca della "pace fiscale" tanto cara a Salvini, con un condono "saldo e stralcio" delle cartelle Equitalia, anche se solo in casi particolari come "perdita di lavoro, malattie, crisi familiari, ecc."; dall'altra il classico proclama "manette agli evasori", cifra dei 5 stelle, tradotto con un perentorio "inasprimento dell'esistente quadro sanzionatorio, amministrativo e penale, per assicurare il carcere vero per i grandi evasori".

Tornano i voucher e si supera (non si abolisce) la legge Fornero
Salvini e Di Maio sembra che si siano accorti che "la cancellazione dei voucher ha creato non pochi disagi ai tanti settori per i quali questo mezzo di pagamento rappresenta uno strumento indispensabile". E quindi ne promettono una reintroduzione anche se con un nome diverso: "Bisogna introdurre un apposito strumento, agile ma chiaro e semplice, che non si presti ad abusi per la gestione dei rapporti di lavoro accessorio". Per quanto riguarda la legge Fornero, invece, non si parla di abolizione ma semplicemente di "superamento", stanziando 5 miliardi "per agevolare l'uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse". In particolare, la ricetta utilizzata è quella presente nel programma elettorale pentastellato. "Daremo fin da subito la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell'età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l'obiettivo di consentire il raggiungimento dell'età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti".

Reddito da cittadinanza finanziato anche da Bruxelles
Si parla di 780 euro mensili, per i quali è previsto uno stanziamento di 17 miliardi annui. La cosa interessante è che altre risorse dovrebbero arrivare da Bruxelles: "Andrà avviato un dialogo nelle sedi comunitarie al fine di applicare il provvedimento A80292/2017 del parlamento europeo, che garantirebbe l'utilizzo del 20 per cento della dotazione complessiva del Fondo Sociale Europeo per istituire un reddito di cittadinanza anche in Italia".

L'Ilva
Viene garantita la tutela della salute degli abitanti di Taranto attraverso la chiusura delle fonti inquinanti dell'Ilva ma, al tempo stesso, "salvaguardando i livelli occupazionali" attraverso un "programma di riconversione economica" e bonifiche del sito e ricorso alle energie rinnovabili. Ma su come conciliare lo spegnimento dei forni con la salvaguardia dei livelli occupazionali non si entra nel merito.

Beni culturali
Unica misura annunciata è la riforma del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) per modificare le modalità dei finanziamenti "che rimetta al centro la qualità dei progetti artistici".

Nella sanità stop ai dirigenti amici dei politici e recupero delle risorse tagliate per i Lea
Poco più di due pagine vengono dedicate alla voce centrale della spesa statale. In primis, stop al "rapporto dannoso tra politica e sanità" con la riforma dei criteri di selezione dei direttori generali, sanitari e amministrativi. Quindi revisione della Governance farmaceutica e una forte spinta alla digitalizzazione del SSN. Ancora: "recupero integrale" di tutte le risorse tagliate negli anni precedenti per garantire i Livelli essenziali di assistenza. Infine, assunzioni di medici e personale sanitario.

Scuola
Il contratto si pone l'obiettivo di rispettare il legame dei docenti con il loro territorio e limitare i trasferimenti, uno dei problemi emersi con la riforma di Renzi. Ma non l'unico: si deve cancellare la "chiamata diretta dei docenti" da parte dei dirigenti, "strumento inutile quanto dannoso". Altro elemento da superare della Buona Scuola è l'alternanza scuola-lavoro così come attualmente in vigore, anch'essa "dannosa".

Coni
Nel capitolo sport si parte dall'aumento delle ore scolastiche dedicate alle attività motorie, ma il punto centrale è il "commissariamento" del Coni. "Il Governo - si legge nel contratto - deve assumere con maggiore attenzione il ruolo di controllore delle modalità di assegnazione e di spesa delle risorse destinate al Coni". Bisogna quindi "rivederne le competenze" e i "rapporti con altri ministeri". "Fatta salva l'autonomia", infatti, si prevede che il Governo "sia compartecipe delle modalità con cui vengono spesi e destinati i contributi pubblici assegnati al Coni e trasmessi alle Federazioni". Nei fatti, un commissariamento.

Rivedere i corsi di laurea a numero chiuso
Nel capitolo dedicato alla Università si prevede la "revisione del sistema di accesso ai corsi a numero programmato", attraverso la "verifica preventiva" delle effettive attitudini degli studenti.

Quanto alla Ricerca, l'obiettivo che si pone il Governo è, molto vagamente, di "superare la precarietà".

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