Centinaio: «Su Genova ragionare prima di fare annunci»

Centinaio: «Su Genova ragionare prima di fare annunci»
di Alberto Gentili
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Sabato 18 Agosto 2018, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 11:20
Ministro Centinaio, Salvini ha annunciato che il governo ha avviato la procedura di revoca della concessione ad Autostrade. Però all'inizio ha avuto un approccio più prudente dei 5Stelle.

Perché?
«Riteniamo che sia necessario ragionare prima di fare annunci. Ma non c'è nessuna incertezza. Siamo dell'avviso che bisogna procedere verso la revoca delle concessioni così come avviare una procedura concreta per i risarcimenti. E questo in accordo con tutto il governo».

I grillini inseguono il popolo invece di governarlo?
«Non c'è nessun inseguimento. I cittadini li devi ascoltare, perché sono i nostri datori di lavoro. E bisogna sempre individuare la soluzione migliore per governare il Paese».

Servirebbe un populismo più temperato?
«Il vero populista ascolta, cosa che in passato gli altri governi non hanno fatto, e poi decide. Le decisioni non devono essere sempre prese sulla base di ciò che dice la piazza. Ogni tanto devi decidere nonostante ciò che invoca la piazza, ma l'ascolto è fondamentale».

Crede che i 5Stelle a Genova abbiano messo su un processo sommario, ideologico, cercando i colpevoli prima delle soluzioni?
«I nostri colleghi sono stati molto reattivi. E dico giustamente, perché le cose in questo Paese devono cambiare. Certo, ora bisogna risolvere il problema di chi ricostruirà il viadotto crollato e la famosa Gronda di ponente».
Da ministro del turismo non teme per l'immagine dell'Italia, un Paese governato in alcuni frangenti con isterismo?
«Intanto voglio esprimere prima di tutto il dolore per le tante vittime. Una tragedia. Siamo vicini alle famiglie. C'è un tempo per ogni cosa, oggi ci sono i funerali a Genova. Certo, sentiamo che abbiamo la responsabilità della ricostruzione. Il nostro Paese secondo la percezione all'estero è governato bene e anche a livello turistico gli stranieri hanno scelto di venire in Italia in quanto lo ritengono un Paese tranquillo e sicuro».

Sulle grandi opere siete distanti anni luce: sono contro la Tav, la Tap etc. Si faranno o no?
«Si faranno le opere che servono. E Toninelli, che sto imparando a conoscere, è una persona molto ragionevole ed equilibrata. Prenderemo tutte le decisioni in accordo».

C'è anche la questione dell'Ilva: tra meno di un mese rischia di chiudere.
«È una questione molto seria. Se non salviamo quei 14 mila posti di lavoro sarebbe una tragedia, perché altri 14 mila posti non si troverebbero. Bisogna pensare a chi a fine mese deve portare a casa lo stipendio».

Di Maio ha detto che la rete autostradale e delle telecomunicazioni sono asset strategici e ha fatto balenare l'ipotesi della nazionalizzazione. E' d'accordo con questo approccio statalista?
«Bisogna riflettere. Capire dove si vuole arrivare. Sono su una posizione mediana. Per me la cosa più importante sono i risultati: se li portano i privati bene, altrimenti ci può pensare lo Stato. Occorre ad esempio creare infrastrutture nel Sud e se le faranno i privati o il pubblico è poco importante. L'importante è che si facciano».

Come finirà riguardo al taglio delle pensioni più alte? La Lega conferma la richiesta di modifiche?
«Sì. Noi non vogliamo penalizzare nessuno. Se una persona ha pagato i contributi per poter percepire una pensione alta, è giusto che ciò che ha pagato gli venga restituito. La Lega combatte le pensioni ricevute ingiustamente, non le pensioni alte percepite in modo corretto».

Pensate di poter continuare a governare insieme ai 5Stelle? O sarebbe meglio andare alle elezioni in primavera?
«Con questo governo si lavora bene, ha percentuali di gradimento altissime. Perché decidere di staccare la spina? Forse spera in una rottura tra grillini e leghisti chi non sta al governo».

Lo spread continua a salire, pensa anche lei come Giorgetti che ci sia un disegno dell'establishment europeo, delle élite, per sfrattarvi in quanto il vostro successo potrebbe contagiare altri Paesi?
«Sì, decisamente, soprattutto in vista delle elezioni europee. Ci guardano come i populisti che lavorano e lavorano bene. E c'è la voglia di farci cadere per dimostrare al resto dell'Europa c'è siamo stati solo un episodio e che non siamo in grado di guidare il Paese. Dimostreremo il contrario».

Come reagite a questo presunto complotto?
«Lavorando seriamente e dimostrando agli italiani che noi manteniamo le promesse».
 
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