M5S, Casaleggio dà la rotta: sterzata legge e ordine

M5S, Casaleggio dà la rotta: sterzata legge e ordine
di Stefania Piras
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Mercoledì 14 Giugno 2017, 08:46
Dopo il flop amministrative il M5S riparte dai territori e da uno in particolare, Roma, governata da Virginia Raggi. I vertici pentastellati, ma qui c'è soprattutto il contributo milanese di Davide Casaleggio, hanno deciso di imboccare la strada della sicurezza, percepito come tema portante degli elettori non pervenuti al M5S, soprattutto al nord. Luigi Di Maio ha archiviato il file elezioni, sia locali che nazionali. «Ormai si andrà a votare a scadenza naturale» riferisce chi ha parlato con lui. Ed era emblematica ieri l'assenza del M5S all'ufficio di presidenza della Commissione Affari costituzionali per decidere il percorso della legge elettorale, dopo che l'Aula giovedì l'ha rinviata in Commissione.

L'OPA SUI VOTI DI DESTRA
Da qui alle prossime elezioni dunque l'agenda politica dettata dalle misurazioni social (specialità della Casaleggio) prevede nuovi temi, più concreti, più vicini a quegli elettori che non volevano disquisizioni sulla legge elettorale ma parlare di problemi più contigui alla quotidianità, come la sicurezza urbana.

La contromossa politica è esercitata via Campidoglio con la sindaca Virginia Raggi che scrive al prefetto per fermare nuovi centri di accoglienza e che lancia un'operazione decoro urbano. Il termometro social molto più che i sondaggi comunica al quartier generale milanese che su questi temi il consenso si impenna raggiungendo anche i diecimila like. Non sono voti, è vero, ma aiutano il leader milanese a capire dove va la palla del consenso. Per dire: il bollettino amministrativo che diffonde Raggi su Facebook, fitto fitto di delibere e provvedimenti burocratici riscuote molti meno entusiasmi. Ecco perché ai piani alti hanno pensato a una sterzata law and order alla Rudolph Giuliani Segnali di fumo alla Lega nord? No, dice il consigliere lombardo Stefano Buffagni che chiosa le parole di Raggi: «Il problema va gestito, non subìto. Ma quale alleanza con la Lega! Noi dobbiamo convincere i loro elettori che l'unica soluzione possibile e credibile è il M5S». Comunque la si voglia leggere, un'opa verso gli elettori leghisti è lanciata. La posizione è ufficiale e Luigi Di Maio approva la svolta sui migranti: «Sottoscrivo in pieno la lettera di Virginia. Ormai il Paese è una pentola a pressione». La leadership di Di Maio non è in discussione.

NUOVA APPLICAZIONE
E la responsabilità dei risultati delle amministrative «va condivisa da tutti» dice Roberto Fico. Roberta Lombardi chiarisce che il «povero Luigi non c'entra nulla». Fico ha la delega ai meetup, le cellule locali del M5S. Per aiutarli a fare scouting politico sul territorio Fico, due settimane prima delle amministrative aveva inaugurato Call for action un'applicazione che di fatto spalanca le porte telematiche della piattaforma Rousseau a iniziative locali anche se «non sono eventi ufficiali del M5S» (prime timide forme di coalizione e di reclutamento di liste civiche?). Fatto sta che Di Maio non perde smalto. Stamattina vedrà i 27 ambasciatori Ue in Italia. È un incontro coordinato dall'Ambasciata di Malta, presidente di turno dell'Unione, in cui Di Maio esporrà, tra l'altro, il programma di governo del M5S.

Ma soprattutto farà capire che certe trovate radicali (leggi il referendum sull'euro) possono essere ampiamente accantonate. Il candidato premier in pectore rimane tale. E ieri ha avuto un colloquio fiume con l'ambasciatore per antonomasia di quell'interregno tra spettacolo e politica che è la Rai: Pippo Baudo. Di Maio ha organizzato una commemorazione di Armando Trovajoli a Montecitorio. Ha ringraziato Baudo per aver scoperto il talento Beppe Grillo. E alla domanda su come si fa invece a scoprire i talenti politici, il vicepresidente della Camera risponde così: «Non si scoprono, nascono secondo me» e dopo una pausa infinitesimale dice che tra i cittadini che partecipano alla vita pubblica possono esserci tanti talenti.