M5S, Vito Crimi denuncia le donazioni liberali ai partiti

Contro le donazioni ai partiti
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Domenica 13 Agosto 2017, 18:18
«Vi dice niente l'espressione «donazione liberale»? È il nuovo trucco dei partiti per intascare i soldi dei cittadini senza farlo sapere in giro». Lo denuncia il senatore del MoVimento 5 Stelle che - ospitato sul blog di Grillo - spiega come funziona il meccanismo: «Ogni senatore/deputato - racconta - percepisce dalla Camera o dal Senato circa 4.200 euro al mese per le spese di mandato elettorale. Ipotizziamo che di questi 4.200 euro il senatore/deputato ne versi 1.000 al Partito Democratico come «donazione».

La cifra è ipotetica: in realtà ne versano anche molti di più. Quanti soldi si ritrova in tasca il senatore/deputato? 4.200 euro - 1.000 euro = 3.200 euro. Quando poi arriva il momento di fare la dichiarazione dei redditi, che s'inventano i deputati/senatori del Partito Democratico?», chiede Crimi spiegando che questi «denunciano l'importo versato (1.000 euro) come
«erogazione liberale» al partito, dunque da mettere in detrazione.

«A quel punto, sull'importo di 1.000 euro scatta per legge la detrazione fiscale del 26%: cioè gli tornano indietro 260 euro». Ma i conti di Crimi non si fermano qui e aggiungendo dunque i 260 euro 'ritornatì ai 3.200 euro e ai 1.000 della «donazione», la somma - osserva il senatore pentastellato, arriva a 4.460 euro: «260 in più rispetto a quanti ne aveva intascati dalla Camera di appartenenza.

E chi versa questi soldi in più? I cittadini, ovviamente, tramite il Ministero dell'Economia e delle Finanze». «Quanto fa in totale, questo giochetto?», chiede ancora Crimi facendo però presente che «la cifra di 260 euro è mensile» ed è «ipotetica, perché versano anche di più: tra deputati e senatori, il Partito Democratico conta circa 500 'onorevolì.
Quindi, moltiplicando i 260 euro della detrazione fiscale per 500 parlamentari, si arriva a 130.000 euro incassati al mese. E moltiplicando ancora quest'ultima cifra per i 12 mesi dell'anno, si arriva a 1.560.000 euro. Ovvero: grazie all'operazione di detrazione fiscale al 26% delle loro
«donazioni» al partito, lo Stato versa ai parlamentari un milione e cinquecentosessantamila euro in più. Soldi che poi vanno a finanziare il partito». «Non bastava dunque la truffa del 2x1000 - conclude Crimi -, non bastavano i residui dei rimborsi elettorali, no. Alla fine trovano sempre un modo per mungere altri soldi allo Stato e ai cittadini».
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