Migranti, Minniti: obiettivo è chiudere i centri, integrare in base ai nostri valori

Minniti (Ansa)
3 Minuti di Lettura
Domenica 8 Ottobre 2017, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 00:04
«I temi dell'emergenza e dell'immigrazione devono essere separati, metterli insieme è l'errore più catastrofico che si può fare. Sul tema c'è bisogno di una visione complessiva e su questo si gioca la partita tra populismo e riformismo». Lo ha detto il ministro degli Interni, Marco Minniti, intervenendo alla nona edizione della Scuola per la Democrazia di Aosta, promossa dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta e dall'associazione ItaliaDecide di Luciano Violante.

«Sull'integrazione si gioca il futuro delle comunità nei prossimi 15 anni non solo in Italia ma nel mondo. Chi integra meglio costruirà paesi più sicuri. È un elemento cruciale per le politiche di sicurezza», ha sottolineato. Per il ministro, riguardo ai flussi migratori dalla Libia, «incomincia a vedersi una fievole luce alla fine del tunnel». «Abbiamo dei dati che ci dicono che in questi mesi abbiamo avuto una diminuzione dei flussi dalla Libia. È ancora presto presto per dire se diminuiscono in maniera strutturale».


«Personalmente considero dei cattivi maestri coloro che dicono che, a un certo punto, 'se arrivo io faccio cessare i flussi migratori'», ha proseguito. «I flussi non sono risolvibili con un approccio di carattere tecnico che porta a dire 'abbiamo chiuso': se qualcuno avesse dubbi su questa mia affermazione basta sollevare gli occhi dal nostro paese e guardare quello che succede nel mondo, il punto non è aprire o chiudere ma governare».

«L'obiettivo che mi sono dato - ha detto Minniti - è arrivare all'accoglienza diffusa e chiudere i grandi centri di accoglienza». «I grandi centri di accoglienza per quanto ci si possa sforzare di gestirli nel migliore dei modi non possono essere la via maestra per l'integrazione». «La cooperazione strategica tra il Governo e i sindaci è un elemento cruciale per i temi della sicurezza e dell'immigrazione.
Una democrazia moderna non può non fondarsi sul rapporto strategico tra governo centrale e gli enti locali».


E poi: sul tema dell'immigrazione «potevamo limitarci a dire che l'Europa deve fare di più ed era vero, ma bastava? L'Italia ha cominciato a fare e ha chiamato l'Europa a fare di più. È cominciato un rapporto di cooperazione virtuosa». «L'Italia non va all'incontro per l'integrazione con la propria bandiera dei valori come se fosse una bandiera bucata, la cosa peggiore nell'integrazione è non mettere in campo i propri valori». I valori che l'Italia mette in campo nel processo di integrazione sono - secondo Minnisti - «i valori intangibili della prima parte della costituzione».

«Non è possibile sottoporre il nostro paese a una giurisdizione improntata al radicalismo religioso, chi pensa alla sharia deve capire che 'in Italia no', su questo non ci possono essere mediazioni, sono valori non discutibili», ha aggiunto. L'altro valore «intangibile» indicato dal ministro Minniti, parlando del processo di integrazione, è quello della «parità della donna rispetto all'uomo: siamo un paese che ha fatto su questo giganteschi passi in avanti».


Infine il terrorismo: «Nello Stato Islamico c'erano 25-30.000 foreign fighters provenienti da 100 paesi, la più grande legione straniera mai vista. Molti sono morti ma molti torneranno nei paesi di provenienza, in Europa e Africa. L'Africa settentrionale non può diventare una piattaforma per i terroristi dell'Is».
© RIPRODUZIONE RISERVATA