Alla richiesta «di lavorare per rinsaldare un civile patto di fiducia tra Istituzioni politiche e di sicurezza italiane, Ong e realtà ecclesiali e civili», secondo il direttore, «le risposte di Minniti, e del governo di cui fa parte, sono giunte e sono intelligenti e opportune». «La prima prova della volontà di far incontrare umanità e legalità - rileva Tarquinio - è stata la decisione di sospendere le norme del decreto Minniti che, come alla Caritas ambrosiana avevano capito subito, rischiavano di trasformare del tutto impropriamente parroci e altri responsabili dei centri di accoglienza di richiedenti asilo in ufficiali giudiziarì».
«La seconda, e corposa, prova - aggiunge - è arrivata ieri con l'accoglimento delle ragionevoli e ben motivate richieste di correzioni al Codice di condotta» per le Ong impegnate nel soccorso di naufraghi nel Mediterraneo. «Quattro emendamenti - spiega - formalizzati e ratificati durante la firma del Codice da parte della Ong Sos Méditerranée». Il chiarimento che non è previsto «portare armi» e che «non ci saranno interferenze di alcun tipo nella 'missione umanitaria di salvare e proteggere vitè», secondo il direttore, «è un passo avanti probabilmente utile alle valutazioni di altre benemerite organizzazioni umanitarie». «Altrettanto utile - prosegue - è il chiarimento sulla non limitazione del trasbordo dei sopravvissutì su navi più grandi per agevolare ulteriori operazioni di soccorso da parte delle agili imbarcazioni delle Ong». «Insomma - commenta - una pagina di cronaca che, da cittadini italiani, si può scrivere con soddisfazione e anche sollievo».
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