Giorgia Meloni: «Se Matteo, com'è giusto, riceverà l'incarico la Lega non può pretendere una presidenza»

Giorgia Meloni: «Se Matteo, com'è giusto, riceverà l'incarico la Lega non può pretendere una presidenza»
di Marco Conti
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Mercoledì 21 Marzo 2018, 08:04
Onorevole Meloni, il centrodestra tiene o c'è il rischio di andare in ordine sparso sui presidenti delle Camere?
«Noi di FdI lavoreremo sino alla fine affinchè il centrodestra resti unito. Ci siamo visti e ci vedremo ancora io Salvini e Berlusconi proprio per uscire con una proposta unitaria».

Sinora non avete dato però impressione di grande sintonia
«E noi non abbiamo apprezzato e lo abbiamo anche detto più volte. Dire che si vuole chiudere un accordo con i 5stelle o con il Pd è sbagliato. L'obiettivo del centrodestra deve essere quello di andare a verificare la propria proposta».

Sui presidenti delle Camere?
«Certamente, ma non solo. Anche dopo sul governo. Sulle nostre proposte gli altri debbono esprimersi, altrimenti si genera solo confusione».

La scelta dei presidenti delle Camere contribuirà a stabilizzare la legislatura oppure si rischia di destabilizzarla ulteriormente?
«Penso si debba seguire le prassi. Ovvero che la presidenza delle Camere spetta a chi ha vinto le elezioni e che i partiti tendono a farsi rappresentare da persone con un alto profilo istituzionale. Il centrodestra deve partire da ciò che gli spetta di diritto che è la presidenza del Senato e che la presidenza della Camera debba essere frutto di un dialogo con le altre forze politiche, ma non è detti che si debba dare una presidenza a M5».

Perché la presidenza del Senato vi è dovuta?
«Semplicemente perchè abbiamo i numeri per eleggerci da soli il presidente. E non escludo affatto che il centrodestra debba lavorare per cercare di portare a casa tutte e due le presidenze».

Che ne pensa di quella sorta di veto nei confronti di Paolo Romani?
«E' nelle corde del M5S dire cose di questo tipo, ma penso occorra guardare alla storia delle persone. Tagliare le cose con l'accetta non sempre rende merito. Si è fatta molta dietrologia su queste affermazioni, ma penso che appartengano solo al patrimonio grillino».

A proposito di requisiti su misura, si è parlato nei giorni scorsi anche di Giulia Bongiorno - sua ex ollega di partito - alla presidenza del Senato. Che ne pensa?
«Quando qualcuno mi farà il nome di Giulia Bongiorno dirò cosa ne penso».

Cioè, vuol dire che deve averne il coraggio?
«L'ho solo letto sui giornali».

Proporrete un nome o una rosa di nomi come possibili presidenti
«Purchè il centrodestra vada compatto va bene tutto. Importante è che si dia delle regole. Penso che sarebbe un errore se la Lega rivendicasse per sé una presidenza delle Camere se Salvini, e io ci credo davvero, farà il premier incaricato. A meno che non chieda la presidenza del Senato per se stesso. In questo caso sarebbe un rafforzativo per un futuro incarico. Se la Lega la chiede per Salvini, siamo d'accordo, ma se la chiede per altra figura penso sia difficile che un partito del 18% abbia la presidenza del Consiglio e quella del Senato».

Andate alla trattativa con M5S e Pd oppure c'è un interlocutore privilegiato?
«Noi di FdI non ne abbiamo. Dopodichè, riconosciamo che i 5S hanno un peso specifico meggiore in Parlamento».

Come potrebbe un partito del 32% non avere uno dei presidenti delle Camere?
«Le presidenze vanno a chi ha vinto le elezioni, noi».

Vi manca un pezzo però per dire di aver vinto veramente
«Colpa di una legge elettorale assurda, ma non è detto che le presidenze vadano a chi è andato un po' meglio».

Presidenti delle Camere e governo. C'è un nesso?
«No, siamo in una Repubblica parlamentare e io penso che il centrodestra abbia il diritto di presentasi con un suo premier in Parlamento con un programma particolarmente importante per il Paese, e cercare i voti che mancano facendo un appello ai parlamentari. Penso vada fatto questo tentativo prima di qualunque altro».

Però nel 2013 questo a Bersani non venne concesso dall'allora Capo dello Stato
«Ma allora c'era un presidente della Repubblica particolarmente avvezzo a farsi i governi nel palazzo come diceva lui e confido che l'attuale sia più rispettoso della volontà popolare».
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